CHE PASTICCIO, BRIDGET JONES
di Beeban Kidron
Con: Renée Zellweger, Hugh Grant, Colin Firth

di Emilio RANZATO

 

Dal personaggio creato dalla scrittrice Helen Fielding, qui anche co-sceneggiatrice. Bridget Jones (Zellweger), giornalista specializzata in servizi stramplati, è finalmente fidanzata con l’uomo dei suoi sogni, l’avvocato di successo Mark Darcy (Firth). Nonostante la ritrovata serenità sentimentale, la goffa e paffuta Bridget è però ancora vittima delle proprie insicurezze, che la portano presto a convincersi che Mark la tradisca con una giovanissima, ricca e soprattutto magrissima collega. Fra un ritorno di fiamma per il suo viscido capo (Grant) e un breve periodo di prigionia in un carcere tailandese per possesso di droga(!), Bridget riuscirà come sempre a rimettere le cose a posto.
Secondo capitolo per la single più famosa d’Inghilterra: la struttura della commedia, già labile nel primo, qui si disintegra definitivamente in una serie di gag che vedono la vulcanica protagonista sempre in primissimo piano a scapito delle figure secondarie, stavolta quasi inesistenti (a Jim Broadbent spettano sì e no un paio di battute), ma che in fin dei conti fanno apparire il film più simile ai prodotti letterari da cui deriva. E se i caratteri di Grant e Firth sono appena abbozzati, la Zellweger – stavolta grassa per davvero – è una palla rosa che attraversa il film con la sicurezza della mattatrice, e i momenti divertenti non mancano.
Pur con la sua presenza marginale, Grant è di nuovo, e sempre più, marchio di fabbrica di una commedia dichiaratamente ruffiana e simpaticamente grossolana che rischia ormai di rappresentare la risposta inglese (quindi con le dovute proporzioni) al binomio Vanzina-Oldoini.
 

Voto: 24/30

01:01:2005


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