BIRTHDAY GIRL
di Jez Butterworth
con Nicole Kidman e Ben Chaplin



"Fare sesso telematico" o grazie alla rete ogni tanto può funzionare, tanto che perfino un nerd medio-inglese può permettersi, per il compleanno, la russa Nicole Kidman. Ma vedersi recapitare il "pacco" a casa può avere lo stesso effetto dell'incontro con chi, in chat, era poco più di un nome, ma carico di promesse.
John, nella vita bancario, single, con qualche perversione sessuale soft, prende contatto con una dotcom molto particolare. Come un vecchio 007, la ditta si chiama "From Russia with Love" e fornisce splendide ragazze sovietiche, pronte a trasferirsi ovunque e ad amare ogni uomo. Per soldi, ovviamente.
Ben Chaplin (John: quale nome migliore per l'uomo comune...) è una sorta di Mr. Bean parlante, con auto e savoir faire completamente fuori dal mondo, polo e maglioncino sulle spalle che, al cospetto della bellezza statuaria e le minigonne della Kidman, sfigura come nessuno, suggerendo a chi guarda un seguito tutt'altro che privo di intoppi.
Il contrasto è subito nettissimo, e si regge su situazioni e colori che garantiscono allo scenario un che di eccessivamente pastello e caramelloso, che fa di BIRTHDAY GIRL primo tempo qualcosa di piuttosto riuscito. Soprattutto grazie a tutta una serie di ridicole situazioni para-familiari - svelamento di tutti gli intoppi delle conoscenze a distanza - e all'interpretazione della Kidman, grandissima nel suo accento russo (chi vedrà la versione doppiata ne perderà la perfezione) e negli "yes" - unica parola inglese - che dispensa per scene intere. E infatti è senz'altro l'interprete quest'anno di THE OTHERS e MOULIN ROUGE! il maggiore punto di forza del film: lo spettatore che ne conosce l'immagine, per quanto traslata nel tempo (anche cinematografico), di bellezza incantatrice ma quasi irraggiungibile, si sorprende e si concentra su di lei e la sua terrena sensualità.
La seconda metà trasforma BIRTHDAY GIRL in tutt'altro - per quanto prevedibile negli sviluppi - specie dopo l'apparizione dell'ormai immancabile duo parigino Cassel/Kassovitz, presente pressoché in tutti degli ultimi successi francesi all'estero (L'ODIO, GIOVANNA D'ARCO, IL PATTO DEI LUPI, I FIUMI DI PORPORA, ecc.).
Qualcosa di cui qui non possiamo dire, perché quello di Jez Butterworth è principalmente un film d'intreccio e situazioni, dove la regia calca meno la mano: ha il merito però, con lo stile della commedia non troppo sottile e con un ottimo ritmo di far cenno anche a temi di sempre, ma forse enfatizzati dall'entrata in campo di tecnologie nuove. In fondo la vicenda di John prende il via da una solitudine e da frustrazioni senza troppi sfoghi, specie in quella sorta di non-luogo dove si trova a vivere: una condizione cui molti cercano riparo tra mouse e tastiere, e che narrativamente presenta i più grossi tra i rischi, la banalità e il pietismo. Temi toccati di striscio, ma forse è questo il modo migliore.

Voto: 27/30

Andrea DE CANDIDO
25 - 01 - 02


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