BIAN ZOU BIAN CHANG
di Chen Kaige

"Un po' si cammina un po' si canta", la traduzione letterale del film di Cheng Kaige, lascia intuire che in "Life on a string" il protagonista vive come musicista itinerante nella Cina delle antiche leggende. Di cantautori ce ne sono stati tanti nella storia artistica cinese, ma il nostro eroe è addirittura creduto un santo da chi lo vede e lo conosce. Le parole cantate dal vecchio e cieco maestro "Shifu" non trattano solo del perché della vita ma riescono anche a rappacificare le anime in guerra. In un'atmosfera suggestiva, in una scenografia monumentale che spazia sopra le vaste lande aride intorno al Fiume Giallo, il vecchio maestro vagabonda ininterrottamente da quando è bambino da paese a paese in attesa della realizzazione delle parole dette dal suo maestro in punto di morte: quando la millesima corda del tuo banjo si spezzerà tu riaquisterai la vista. Il suo giovane discepolo cieco Shitou si oppone a questa credenza e pur nella disperazione di non poter vedere, preferisce restare con i piedi per terra e di vivere la sua vita fino in fondo, abbandonandosi anche ad un amore tragico con un fanciulla del paese. Tra il realismo disincantato del giovane pur innamorato e il sogno illusorio del vecchio ci si chiede chi è il più felice, il più saggio. Chen Kaige, grazie a questo dramma atemporale può sperimentare le sue visioni paesaggistiche e filosofiche e ci mostra quanto egli sia erede e ribelle, come gli altri cineasti cinesi della quinta generazione, dell'arte cinematografica socialista e propagandistica dei decenni precedenti.

Voto: 28/30

Daniela KAPPLER
04 - 01 - 02


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