IL BOSCO FUORI

di Gabriele Albanesi

Con Daniela Virgilio, Daniele Grassetti

di Riccardo FASSONE


Prodotto dai Manetti Bros e da Sergio Stivaletti, IL BOSCO FUORI è l'esordio alla regia di un lungo di Gabriele Albanesi e segna una tappa importante nella ricostruzione di un movimento di cinema indipendente in Italia. Girato con mezzi e modalità da indie vero, il film di Albanesi, pur con i difetti di cui diremo in seguito, costituisce un esperimento coraggioso e fortunatamente non isolato; accanto a Bianchini, per ora frenato da tendenze eccessivamente regionalistiche, Zuccon, di cui attendiamo il prossimo COLOUR FROM THE DARK, e pochi altri, Albanesi entra a buon titolo nella manciata di registi italiani di genere lontani dall'età pensionabile. Certo, a essere sinceri, c'è chi l'horror indipendente lo fa meglio di noi (i francesi con ILS e MALEFIQUE, ad esempio, ma anche il bellissimo film belga CALVAIRE), ma, se è vero che l’Italia rimane sempre indietro, in questo campo non si può dire che non stiamo guadagnando terreno.
IL BOSCO FUORI racconta di due fidanzati, appartatisi ai bordi di una strada di campagna, che vengono assaliti da una banda di malintenzionati (tre coattoni impasticcati, a dire il vero) che aggrediscono lui e tentano di stuprare lei. Salvati da una coppia di passaggio, i due ragazzi scopriranno di essere finiti nelle mani di una famiglia di cannibali sadici che abita in fondo al bosco. A ben vedere, la declinazione dell’horror rurale di Albanesi sembra derivare più dal Deodato de LA CASA SPERDUTA NEL PARCO che da Hooper che, pure citato in un paio di sequenze, non sembra aver formato il regista quanto la scuola horror italiana di qualche decennio fa. Se proprio si cerca un riferimento oltreoceano, questo sembra poter essere il Craven de L'ULTIMA CASA A SINISTRA, i cui villain, Krug e la sua banda di spostati, hanno evidentemente ispirato i tre tamarri in acido de IL BOSCO FUORI. Albanesi conduce con mano sicura una sceneggiatura che avrebbe giovato di un approccio meno strettamente cinefilo (le citazioni sono troppe e a volte menomanti per la storia) e di attori più in parte. Se è vero che per questo genere di film in Italia manca spesso il materiale umano adatto, bisogna però riconoscere ad Albanesi e Stivaletti, anche direttore degli effetti speciali, di aver saputo sopperire a questa lacuna con copiose dosi di materiale organico. Eviscerazioni e bubboni esplosivi non mancano e la portentosa quantità di sangue che copre mura e pareti nel finale è il naturale completamento di un racconto che scivola nel delirio.
Sarebbe disonesto pensare a IL BOSCO FUORI come a un capolavoro. Al film di Albanesi mancano le forze necessarie per segnare da solo la (ri)costruzione di una sensibilità estetica e narrativa oggi estinta nel panorama del cinema italiano. Eppure IL BOSCO FUORI ci è parso un buon inizio e, soprattutto, un film in cui si può credere senza passare per ingenui o nostalgici.
 

Voto: 28/30

23:08:2007

 il bosco fuori
Regia: Gabriele Albanesi
Italia 2007, n.d.
DUI: 24 agosto 2007
Genere: Horror