gli acchiappafilm

di Michel Gondry

con Jack Black, Mos Def

Altri intepreti: Danny Glover, Mia Farrow

di Valentina VELLUCCI

 

28/30

 

Una semplice parodia, un “J’accuse” abilmente diretto sul cinema oppure un omaggio al cinema stesso? L’ultimo film di Michel Gondry non può essere “incastrato” in una sola di queste categorie, poiché verrebbe svuotato in un archetipo vuoto e vanificante di tutte le possibili emozioni che attiva questa pellicola.
Non è di certo solo una parodia di Ghostbusters o di Rush hour, forse può essere un processo alle grandi catene di distribuzione che hanno inghiottito le piccole videoteche di quartiere: senza ombra di dubbio, è un omaggio al cinema. Il cinema dei Ghostbusters con cui molti di noi sono cresciuti, con quello Slimer tutto verde e gelatinoso, il mitico omino gigante fatto di marshmallow, il fascio di flussi da non incrociare mai. Il cinema che ha popolato la fantasia probabilmente dello stesso Gondry, riletto e reinterpretato solo apparentemente in chiave del tutto comica. Tutti possono essere degli Acchiappafantasmi, o dei Jackie Chan: basta avere il coraggio di volerlo.
I due protagonisti del film, un po’ come coloro con cui condividono lo stesso disgraziato quartiere, non hanno il coraggio di volerlo all’inizio. È necessario un improbabile sabotaggio alla centrale elettrica del paese per mettere in moto la serie dei colossal “maroccati”( e una incredibile traiettoria di gag originalissime).
Vengono così rifatti Men in Black (bellissima la scena “maroccata” della corsa sul soffitto della galleria), Il Signore degli Anelli, A spasso con Daisy e tanti altri, sempre schernendo (e senza andare per il sottile) la Hollywood dei colossali effetti speciali. Dopo questo film sicuramente nessuno guarderà più con un occhio di sufficienza a carta argentata e addobbi di Natale (visto quello che ne tirano fuori Jerry e Mike).
I personaggi di Be kind rewind non si limitano solo a rigirare dei film, ma crescono assieme ad essi, si formano, diventano delle piccole star: senza rendersi conto iniziano a conoscersi l’uno con l’altro.
Nemmeno l’arrivo della spietata Sigourney Weaver, nei panni non della violinista Dana Barrett ma in quelli di una avvocatessa decisa a far trionfare i diritti del copyright a ogni costo, riuscirà a fermare Jack Black e compagni nella loro ultima impresa…
Be kind rewind, nel suo procedere superficialmente demenziale, riesce a innescare direttamente dentro il film lo spettatore: questo grazie a pochi ma geniali stratagemmi adottati da Michel Gondry.
Il motivo per cui i ragazzi della videoteca sono costretti a maroccare i film è la smagnetizzazione dei nastri, a causa del magnetismo di Jack Black. Il suo magnetismo però non disturba solo gli apparecchi elettronici presenti nel film, ma anche la pellicola stessa di Be kind rewind, quasi correndo il rischio di smagnetizzarla. In questo modo, così come tutto il quartiere può rigirare il suo film e divenirne protagonista, allo stesso modo lo spettatore può innescare il suo simulacro all’interno della videoteca del signor Fletcher.
Gondry non costringe lo spettatore a vedere, ma gli permette di vedere: un cinema nel cinema dal richiamo quasi hitchcockiano. Se Truffault aveva visto ne La finestra sul cortile una facile similitudine fra le finestre e lo schermo cinematografico, qui è possibile leggere un metacinema al contrario, sul lenzuolo bianco appoggiato alla grande vetrata della videoteca “dove nacque Fats Weller”.
Quel lenzuolo bianco, come uno specchio in cui è possibile entrare, se da un lato mostra solo un film, dall’esterno, per la gente della strada, dà a vedersi il rovescio di una medaglia vista da dentro: è lo specchio del cinema. Un gigante che si scopre nella sua semplice voglia di sopravvivere agli eventi.
Una visione poetica decisamente alla Gondry. E se dopo aver visto Eternal sunshine of the spotless mind non è più possibile guardare ai ricordi con gli stessi occhi, dopo “L’arte del sogno” è diventato più semplice abbandonarsi alle proprie schizofrenie quotidiane, con Be kind rewind si omaggia il mostro sacro del cinema. Che dà a ognuno la possibilità, per un momento, si scegliere la vita che si vuole vivere.
 

02:06:2008

Be kind rewind
di Michel Gondry
Stati Uniti 2008, 101'

DUI: 23 maggio 2008
Commedia