
KEN LOACH, come MICHAEL WINTERBOTTOM, fa parte
di quella categoria di autori inglesi che, dopo esordi meditati e profondi,
non privi di una qualche ricerca espressiva, hanno intrapreso una sorta di
seconda carriera onestamente seduta sull'inattaccabilità politicamente
corretta dei temi di volta in volta affrontati, quasi sempre rientranti
nella categoria dell'analisi sociologica.
I tempi della new wave channelfouriana sono finiti per sempre e saremmo
felici di assistere alla nascita di una nuova generazione di registi, magari
anti-Blair, quanto anti-Thatcher furono i protagonisti di quella ondata
espressasi al meglio sino al termine degli anni Ottanta.
Non siamo, insomma, dalle parti di HIDDEN AGENDA e neanche di SWEET SIXTEEN.
UN BACIO APPASSIONATO rivisita, per l'ennesima volta, il dramma delle coppie
multirazziali e pur non scadendo ai livelli di SPANGLISH, MATRIMONI E
PREGIUDIZI, IL MIO GROSSO GRASSO MATRIMONIO GRECO o JALLA JALLA, non riesce
a raggiungere nemmeno i livelli di sufficienza di MATRIMONIO TARDIVO. Come
si può dedurre dai titoli, ci viene perlomeno risparmiato il momento
dell'unione inter-razziale, che simbolicamente va sempre a suggelllare la
rottura delle barriere culturali tra etnie diverse, anche se il finale ce lo
anticipa assai chiaramente.
Roisin, irlandese cattolica non praticante, insegna musica in una scuola di
forte orientamento religioso, frequentata da una ragazzina pakistana, del
cui fratello s'innamora. In breve tempo l'unione s'incrina e si complica,
tra veti incrociati dovuti all'interferenza della famiglia di lui e alla
comprensibile delusione di lei di fronte agli indugi di Kasim.
L'esposizione del tema e lo sviluppo sono assolutamente schematici e
risentono dell'impostazione da commedia a sfondo social-etnico, tutta
contrapposizioni tra usi e costumi programmaticamente inconciliabili (e
francamente ci viene il dubbio che la Scozia - il film è ambientato a
Glasgow - o la Gran bretagna nel suo complesso, riflettano realtà così poco
evolute).
Non c'è molto altro oltre al gioco di rimandi
tra l'indipendenza della single divorziata e disinibita e la passività
timida, ma machista, del neolaureato già pronto per un grasso e ricco
matrimonio con la cugina mai vista e mai incontrata.
Il film è girato con assoluta piattezza, che
altri definiscono "onestà" creativa, e potrebbe essere l'episodio pilota di
una serie televisiva di successo presso le comunità pakistane e irlandesi,
tipo "Kasim & Roisin" o "Famiglie Contro" o, ancora, "Buddha Bar Love"...
E' da evitare il tono pacato, conciliante e
comico-scherzoso che ormai caratterizza tutti i prodotti di questo tipo, e
rimpiangiamo i tempi di MY BEAUTIFUL LAUNDRETTE.
Voto: 12/30
20:01:2005 |