Baciami ancora
è un film vuoto.
Gabriele Muccino non ha contatto con la realtà nello scrivere la
sceneggiatura della continuazione di
L’ultimo Bacio, i suoi personaggi, invecchiati di dieci anni, non
hanno problemi legati alla crisi economica che sta mutando il modo di vivere
degli italiani.
La storia è vista con un occhio maschile e gli uomini hanno problemi
sentimentali di varia natura che vengono risolti con coincidenze fortuite e
non con una reale evoluzione caratteriale.
La sceneggiatura si perde in troppe storie che non sono mai corali nella
loro costruzione per arrivare nella quasi totalità dei casi a dire che la
vera felicità è avere una famiglia.
A suggellare questa banalità una ripresa di un campo di grano in stile
Mulino Bianco, un inquadratura in campo lungo ripetuta ben due volte nel
corso del film.
Altra inquadratura pubblicitaria è quella finale del quadretto familiare di
Accorsi, inquadratura volutamente sovraesposta con bianco dominante.
Sopra le righe i dialoghi e la recitazione; l’unica che si salva tra gli
attori è Vittoria Puccini che cerca di non scadere nella recitazione urlata
che fanno tutti gli altri.
Tuttavia il suo personaggio dovrebbe avere più dei 29 anni dimostrati
dall’attrice.
Muccino non usa più la steady come nel
L’ultimo Bacio, nessun dolly…
Sembra aver perso la voglia di girare e di associare le azioni ad
inquadrature e movimenti di macchina.
Implacabile la musica. Onnipresente. Ogni scena drammatica non ha mai il
silenzio o i suoni della città ma il regista utilizza la musica per
esprimere i sentimenti e rafforzarli, come se i silenzi, il non detto e i
piccoli gesti non gli importassero.
La musica è presente anche nelle scene di raccordo. Una colonna sonora
continua di musica abbastanza banale nelle scelte.
Un film futile e inutile.
08:02:2010
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