avatar

di James Cameron

con Sam Worthington, Zoe Saldana

Altri interpreti: Sigourney Weaver, Giovanni Ribisi

di TOBEB

 

27/30

 

Di Avatar si è già detto molto (e intendo troppo) e indipendentemente dalle mie parole, andrete a vederlo; Avatar è immune alle recensioni;
Bisogna chiedersi cosa ci si attende da un film e fare autoipnosi per raggiungere la distanza necessaria al giudizio (liberarsi innanzitutto dalla suggestione già praticata dai media);
 

Ogni film risponde a una scala di valutazione propria; e dovrebbe riferirsi solo a se stesso: Natale a Beverly Hills è un film da 30/30 se riesce a essere quello che vuole essere; (non si confrontano se non bonariamente, film diversi, per genere, anno di produzione, intenti degli autori, investimenti... è pura conversazione);
Ne viene che AVATAR non sia esattamente l’Avatar di cui parlano, il capolavoro, ma sia invece una pellicola che, per strategia d'incasso, abbia scelto di risparmiarsi il primato di film di fantascienza, film filosofico, film epico, di "masterpiece" tout court, privilegiando il fronte gadgettistico dei decantati effetti speciali; (mia critica ricorrente, lo so);
 

Infastidisce quindi il piano prioritario di rientrare (assolutamente) dei capitali, accomodando la storia per tutti i popoli della terra: un mito comprensibile ai Darkhad della Mongolia o allo studente viziato di Stanford (magari lo facessero gli italiani qualche volta);
Gli impulsi narrativi gratificanti sono stati talmente levigati da esser appena percettibili, resi sottotesti trascurabili in un film sgargiante e di mero intrattenimento (niente di male, ma avremmo voluto vedere proprio quello: la complessa situazione dei terrestri come alieni che invadono un nuovo mondo, cercando una via di scampo...; e poi la riflessione sul futuro imminente in cui la realtà virtuale sarà parificata alla realtà reale, la scelta/sacrificio di rinunciare al proprio corpo per un diverso e prestante avatar…; ma tutto questo non c'è; o meglio è immolato all'"Apocalipse now" delle sole esplosioni);

Se certo si considera il marketing come parte integrante del film allora certamente siamo di fronte a un evento epocale (fu così per the Blair witch project la narrazione debordava nella strategia di mercato rendendola una cosa sola e indivisibile);
Ma se per sbaglio prendiamo a considerare marketing e prodotto separatamente il giudizio è tutt'altro che unanime;

Il film è facile e lo avete già visto, titolato in altri modi (Pocahontas, The New World, Balla coi lupi…)(catarsi)

Assistiamo finalmente/nuovamente alla rivincita dei na(ti)vi americani (anche se la vicenda è trasfigurata sul pianeta Pandora e nel 2154), un’ammissione di colpa dei terrestri/americani; con qualche frecciatina all’esportazione di democrazia contemporanea;
(da notare, per noi italiani, la curiosa sincope Na’vi/Nativi)
Il film è dannatamente ingombrante, eccede e di molto i limiti dello schermo (e non per il 3d voglio dire)(che per inciso, è, ne più ne meno, una vecchia cartolina zigrinata con Gesù piangente/non piangente);

La pellicola è venduta insieme ai racconti della sua lavorazione: l'attesa di Cameron di una tecnologia sufficiente a rendere questo miracolo; l’uso estremo della virtual camera, (che niente ha a che vedere con una macchina da presa... non c'è obiettivo o altro dispositivo ottico di acquisizione, ogni fremito degli attori viene rubato e inviato a un processore che genera in tempo reale un modello 3D customizzabile, inquadrabile a 360 gradi anche in post-produzione….); (C’è da aspettarsi qualche resistenza da quei noiosi affezionati al cinema fotografico: quello con set, dolly, recitazione e tutto il resto; qui c'è un asettico studio grigio, degli attori in tuta e caschetto che devono rievocare i corsi di teatro nella palestra comunale per convincersi del set inesistente).

La vera fantascienza non è dunque il film, visibile allo spettatore (quello è stra-visto, per nulla mentale), ma e per la prima volta, la realtà reale, perché (è innegabile) Avatar segna i tempi e rappresenta il punto di arrivo di una ricerca scientifica, è il film tecnologicamente più avanzato mai prodotto da quel lontano 1895. (questo è il vero motivo che vi deve portare in sala);

Ma la scienza non è uno dei parametri di misura del cinema (non lo era fino ad oggi per lo meno…);

Non v'è traccia né’ volontà di re-inventare un racconto o di attuare un sovvertimento dei codici della cinematografia;

Si rispetta lo scrupoloso canovaccio dei film di consumo americani, focheggiando l'attenzione sui pelleblu piuttosto che sui cowboy; come negli western tardivi; anche se qui, cowboy siamo tutti noi, traditi da Giuda/Jake Sully, abbandonati alla rovina;

Lo svolgimento sbrigativo di alcune faccende di importanza capitale poi non va proprio giù;

Jake Sully è pronto a fare "all in" per ragioni personali; ci si chiede se fosse stato un "eroe americano" legato alla bandiera e non su una sedia a rotelle, livoroso per il suo pianeta morente e con moglie e figli ad attenderlo, se queste attenuanti avrebbero cambiato le cose; (sicuramente sì), ma questi ragionamenti sono vietati.

E bisogna riflettere, nell'epoca dei reality, su che cosa significa proporre una storia del genere;

Il segreto crimine di questo film è di consentire a un uomo qualunque di ritrovarsi grazie alla tecnologia in una realtà migliore (o virtuale) ammissibile (Jake Sully/lo spettatore);

è una profezia che getta il seme di futuri conflitti tra padri e figli, di referendum che assimileranno le realtà artificiali e alternative a quella conosciuta; Voi cosa votereste? cosa rispondereste a un figlio che vi dice: “addio, ho deciso di attaccarmi definitivamente a una macchina e vivo in un videogioco, preferisco così…”;
(Second Life estremo e questa volta funzionante);

Più questo film ha successo e più danno fa, più diventa patrimonio dell’umanità, memoria collettiva, più le menti oggi plagiabili che fra trenta anni potranno finalmente migrare/fuggire in corpi "virtuali" torneranno con la memoria a quel sogno premonitore visto da ragazzini;

Insomma, c'è un film iperpromozionato da cui è impossibile sfuggire; una storia facile facile e tanto superficiale quanto spettacolare, esoscheletri da combattimento, reminiscenze tecnologiche e familiari da Alien e Terminator , c’è perfino l’onnipresente Peter Jackson, magnate della CG …. accorrete signori, accorrete!….

Per onestà dirò che rinunciare a questo film è rinunciare a un argomento di conversazione, con i vostri amici, a scuola, in ufficio; è ritrovarsi emarginati tutto d'un colpo, e voi non volete sentirvi emarginati;

(il voto comprensivo del coefficiente marketing)
 

14:01:2010

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Regia James Cameron

Stati Uniti 2009, 160'

DUI: 15 gennaio 2010
Sony

Fantascienza