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Sam Bicke è un reietto, un segregato nel
senso proprio del termine, che conduce la propria vita nel tentativo
ingenuo di adeguarsi a una prospettiva che evidentemente non riesce a
intuire, inseguendo standard produttivi e sociali che gli sembrano
distanti e incomprensibili. Chissà cosa pensava Niels Mueller, regista
di questo terrificante pasticcio, quando ha deciso di chiamare Sam Bicke
il proprio protagonista. Il confronto con l'assonante Travis Bickle (il
personaggio di De Niro in TAXI DRIVER), che per diverse ragioni dovrebbe
sorgere spontaneo a chiunque abbia visto più di dieci film in vita sua,
è umiliante sotto ogni punto di vista. Innanzitutto, a questo THE
ASSASSINATION manca l'alito di bruciante realtà che nel film di Scorsese
è tanto presente da togliere il fiato; l'America del '74, ricostruita
con irritante calligrafismo, è una macchietta lontana, poco più di una
cartolina che vorrebbe essere cruda e risulta, invece, parodistica. Si
vorrebbe far credere allo spettatore che quella America possa fungere da
specchio per quella odierna, quando in realtà è piuttosto chiaro che il
film è talmente stretto intorno alla figura di Penn da non potersi
permettere allusioni di sorta o, e forse è meglio così, raffazzonate
trasposizioni temporali e sociali. THE ASSASSINATION è un film senza
respiro, senza passione, che scommette tutto su Sean Penn e fallisce
clamorosamente di fronte ad un'interpretazione che rasenta spesso il
ridicolo, affossata da un delirio da overacting compulsivo che, pur
conoscendo la tendenza estremizzante dell'attore, era davvero difficile
da pronosticare. Sam Bicke è, molto prosaicamente, uno sfigato. Meglio,
è la caricatura di uno sfigato che vive in una caricatura di realtà. La
moglie cameriera di fast food, il capoufficio arrivista e dispotico, il
figlio del capoufficio cretino ma gradasso, fino ad un amico (Don
Cheadle) che, pure apparendo intimo del nostro Sam, per una ragione che
si perde nell'imperscrutabilità della sceneggiatura non si allarma
nemmeno quando il personaggio di Sean Penn gli punta una pistola
addosso. Tutto è metronomicamente costruito per seguire l'evoluzione del
delirio paranoico di Sam, una (non) realtà che fa di tutto per far
impazzire il povero venditore di forniture per ufficio e diventa
specchio involontario dell'inettitudine narrativa del regista. Film
brutto e sommamente stereotipo, che si avvia lentissimo alla
decompressione finale e subisce il colpo di grazia dall'interpretazione
delirante di Sean Penn. Naomi Watts sotto la media delle proprie
interpretazioni, Don Cheadle inutile. TAXI DRIVER for dummies. Voto: 16/30 01:03:2005 |
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