Avete presente quando a un
certo punto degli anni '80 sparì il cinema italiano? (e in sala c'erano o i
comici o il cinema americano); Ecco in quel periodo lì sparuti/presunti
"autori" tentarono la via di una cinematografia sperimentale, minimale,
"felliniana" con l'unico risultato di traghettare questo aggettivo a esser
sinonimo di "insensato", "pretenzioso", "inutilmente enigmatico", noioso...
Se Ago Panini voleva fare questo, attenendosi diligentemente a quella
filologia estetico/narrativa ebbene ci è riuscito, confezionando un opera
che oltre ai tratti "felliniani" avrà lo stesso esito dei suoi predecessori:
uno scaffale forato in un seminterrato;
A confermarci questa intenzione è pure l'ambientazione, in un "qualunque
posto negli anni '80";
Pare un film di fine corso di certe scuole di cinema e ti chiedi più di una
volta quali siano le ragioni e le necessità, di un progetto del genere
(anche ben fatto voglio dire..) ma poi ti ricordi che a volte la voglia di
fare un film prescinde dal film stesso; (quel problema di tanto cinema
"indipendente")
L'impressione che se ne ricava è quella di una strampalata amalgama di
cortometraggi malriusciti (e di vecchio stampo)(tutti in mano agli umori
degli interpreti); amalgama che comunque risulta astrusa e deludente;
(neppure i singoli episodi hanno un vero "finale" e la trovata che taglia
corto e fa finalmente terminare il film ricorda il peggior Baldoni);
La furbizia scontata poi di ricliclare poche ma buone scenografie non è
bilanciata da nessun valido motivo o intuizione (perché quel vistoso quadro
dorato?); e risulta solo posticcia e insolente.
è un bel training per tutti
gli attori coinvolti certo, (il cast è veramente notevole, leggetevelo)(che
scorazzano con quella libertà e quel lassismo che si trova solo nei
cortometraggi, quasi fossero in vacanza);
Un lato positivo ce lo voglio trovare però (mi sto obbligando); se il film
voleva raccontare la notte, una notte insensata e priva di un regolamento,
una notte passata nel clima surreale di una sala d'attesa di un pronto
soccorso, o la banchina di una stazione o (in questo caso) di un albergo, in
una certa misura vi riesce e frastorna; ma si tratta di una cinematografia
non più necessaria, o per lo meno da esaurirsi in una sequenza, e non in un
lungometraggio;
Purtroppo la lezione dei videoclip e una fotografia curata non sono bastati
a giustificare questo film e se esistono ragioni al di fuori della
pellicola, queste non interessano allo spettatore.
25:01:2009
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