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A Simple Life
di Ann Hui e con Anthony Wong, Tsui Hark |
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27/30
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Nel 1979, Ann Hui con il suo esordio alla regia cinematografica con The Secret – un thriller basato su un caso realmente avvenuto di omicidio, alla cui realizzazione hanno contribuito, per la prima volta nella storia del cinema di Hong Kong, un numero considerevole di donne - , entra di diritto nel pantheon delle “divinità” della New Wave Hongkonghese. Artista polivalente (lavora sia in ambito cinematografico sia televisivo), utilizza lo strumento visivo come un mezzo per esprimere la sua preoccupazione in materia sociale e politica – si pensi alla Trilogia vietnamita, composta da The Spooky Bunch (1981), The Story of Woo Viet (1981) e Boat People (1982) o al docu-drama The Way We Are (2008) con il quale ha raccolto una grande legione di ammiratori in tutto il mondo grazie alla sua visione edificante e amabile della vita quotidiana ai margini della grande città - . Con Tao Jie (A Simple Life), Ann Hui porta sullo schermo uno spaccato, un segmento di vita semplice, che si “consuma” tra i paesaggi e i grattacieli di Hong Kong. La pellicola è la storia vera di una singolare amicizia: quella tra il giovane produttore cinematografico Roger Leung - interpretato da un meraviglioso Andy Lau - e la domestica di famiglia, l'amah Chung Chun Tao, detta Ah Tao - che ha il volto struggente di Deanie Ip – al servizio da più di sessant'anni presso l'abbiente famiglia. Tratto dalla storia vera di uno dei produttori del film, Roger Lee (gli altri sono, la stessa Hui e Pui Wah Chan), il film affronta il problema dell'anzianità in una maniera delicata ma mai banale e scontata. La storia di Ah Tao è quella esemplare della vita di una persona semplice, costretta dagli eventi a un'esistenza al servizio degli altri, condizione e status ai quali infonderà passione, rispetto e dignità. Rimasta a vivere da sola con l'unico membro della famiglia ancora residente a Hong Kong (gli altri membri si sono trasferiti negli States), il produttore cinematografico Roger, Ah Tao decide, in seguito a un infarto, di dare le dimissioni e di trasferirsi in una casa di cura per anziani, per non gravare sulle spalle del giovane. Man mano che il film procede, si assiste al lento ma inesorabile infittirsi del legame tra la dolce, premurosa e tenera amah Ah Tao e il giovane Roger. Il loro rapporto è paragonabile a quello madre-figlio: c'è una complicità che rende possibili e significanti anche i più semplici sguardi, i più “vuoti” silenzi. Il ritmo lento della narrazione, accompagnato da uno sviluppo lineare del racconto, rende il lungometraggio un'opera che, in maniera graduale, entra nell'animo dello spettatore per rimanervi a lungo. E, parte di tale risultato, è merito della recitazione degli attori, che riescono a trasmettere i propri sentimenti, le proprie paure, speranze ed emozioni in una maniera genuina, semplice, diretta, naturale. La colonna sonora poi, composta da Law Wing Fai, dà il suo contribuito rilevante al tracciato/sviluppo emotivo della trama. Tao Jie è una pellicola che al suo interno contiene diversi elementi ben amalgamati tra loro: storie di vita reale, approccio documentaristico, humor, pathos, un cast composto da attori non professionisti accanto a mostri sacri (oltre ai già citati Andy Lau e Deanie Ip, vi si ritrovano il cattivo storico del cinema asiatico Anthony Wang e un'altra importante figura della New Wave Hongkonghese, il regista Tsui Hark). Tao Jie non è “solo” il racconto di una storia vera, di una “simple life”: è, soprattutto, l'ennesimo dichiarato atto di amore nei confronti di Hong Kong e della sua gente da parte della cineasta Ann Hui.
06:09:2011 |
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