la musica nel cuore

con Freddie Highmore, Robin Williams

27/30

La musica è sempre stata linguaggio universale, parola che, oltre qualsiasi confine accomuna le persone riunendole in un sentire comune. Sembra pensarla così Kirsten Sheridan, regista dublinese che porta sugli schermi la favola moderna di August Rush, dove la passione per la musica diventa bussola e insieme calamita per ricongiungere affetti persi. L'August del titolo - interpretato dall'espressivo Freddie Highmore - è un bimbo di 11 anni che, dall'orfanotrofio in cui vive, si trasferisce a New York spinto dal desiderio di ricongiungere la sua famiglia. Il destino, le circostanze e un contesto avverso ha infatti separato i suoi genitori, violoncellista lei (Keri Russell), chitarrista lui (Jonathan Rhys Meyers) nonostante l'alchimia nata in una notte trascorsa al suono di 'Moondance'. Il piccolo August incontra sul suo cammino Wizard (un Robin Williams sempre a suo agio nei personaggi sopra le righe) che, pur riconoscendo il suo innato talento per la musica e introducendolo ai segreti delle 7 note, tenta di monetizzare il suo potenziale. Grazie all'intervento di un premuroso assistente sociale, complice un concerto che il prodigioso August tiene alla Julliard, la famiglia, finalmente, si ricongiunge, in un tripudio di lacrime e note.
Sebbene parta smielato e letalmente dolciastro, non si può negare a questa pellicola il sapore antico delle favole. La Sheridan costruisce un personaggio che non si può non amare per la sua fiducia nel prossimo e per la sua genuina speranza in un mondo migliore dove basta la musica per riavvicinare le persone. Dopo un'iniziale e adulta ritrosia, infatti, ci si appassiona alle avventure del piccolo August, e si finisce per parteggiare, dando voce a ciò che di genuino c'è in noi, per i tre protagonisti che, separati da un destino cinico e crudele, si ritrovano grazie alla musica che è origine e madre di tutti i migliori sentimenti.

01:12:2007