Ghezzi lo definisce il «film triste» di Tarantino. Ed indubbiamente,
questa sua terza pellicola, lo è. Terza sua pellicola e prima (ed unica
finora) non tratta da un suo script originale (anche se gli altri
script, per originali che fossero, hanno attinto a man bassa nel cinema
italiano di genere e in quello di Hong Kong). Già da chi interpreta la
protagonista, si capisce che il film è un omaggio a quegli anni tanto
amati da Tarantino, gli anni Settanta, omaggiati musicalmente da
audiocassette ascoltate in auto e giradischi d'annata ascoltati in casa.
Li omaggia anche la TV che trasmette
La belva col mitra del
nostrano Sergio Grieco. Era del '77? O del '78? Quel film dove un uomo
viene messo in una fossa e ricoperto di calce viva? Terribili quegli
anni, gli anni Settanta... Ma Tarantino ce l'aveva fatto capire anche
nei precedenti film: le colonne sonore pregnavano dei Seventies. Ma qui
è diverso. Questo è un film triste. È probabilmente il film più (anti)tarantiniano:
ed eccoti lo zoom sul viso di Max Cherry / Robert Forster; ed eccoti
ancora il totale della sua figura finché non si sfuoca e s'annebbia come
i suoi pensieri. Non ci sono state lame né sfregi, né seviziatori
impazziti, nè sparatorie. I colpi di pistola qui si intuiscono. Ne
percepiamo lo sparo, ma non si capisce in che punto del corpo vengano
assestati (né se vengono realmente assestati, come nel caso di Melanie/Bridget
Fonda). Addirittura Ordell/Samuel L. Jackson spara ad un testimone
scomodo in una landa desolata, inquadrata in campo lungo. Il film più
brutto di Tarantino? Di certo non è all'"altezza" dei primi due (e siamo
sicuro che non lo sia?), ma qui c'è qualcosa di diverso. In
Jackie Brown c'è qualcosa
di diversamente palbabile. Se Samuel L. Jackson fosse stato meno
tarantiniano (le sue battute lo caratterizzano in tutto e per tutto),
questo film sarebbe schizzato tra i miei preferiti. Scusatemi, blatero,
l'ho appena finito di vedere, domani sicuramente ci penserò. Ma ne ho
colto anch'io una malinconia. Quando si insiste sulla TV accesa, quando
si insiste su Jackie/Pam Greir che nel finale canticchia per diversi
secondi in primo piano mentre è al volante; quando Tarantino usa una
dissolvenza incrociata passando da una foto di Melanie da giovane alla
Melanie attuale mentre parla della sua giovinezza (e resta pur sempre
una stamberga allucinante!)... Eppure non stiamo parlando di milioni e
milioni di dollari in ballo. In
Jackie Brown la storia verte attorno ad un "risicato" mezzo
milione di dollari, per il quale chi più chi meno sta cercando di
cambiarsi la vita - ma vi dirò di più: danno l'impressione di una certa
indolenza di fondo nel volerlo fare. Nella filmografia del regista
seguirà Kill Bill e lì
tornerà a somministrare/-rsi i suoi divertenti "fronzoli" che tanto
l'hanno caratterizzato e che tanto fanno impazzire i suoi fan. Dialoghi,
flashback, sovraimpressioni, colonne sonore (caposaldo filo conduttore
della sua poetica) e tutto quel repertorio di un certo cinema (italiano)
anni Settanta.
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