L’ANGELO DELLA SPALLA DESTRA
di Djamshed Usmonov
Con: Maruf Pulodzoda, Uktamoi Miyasarova, Kova Tilavpur

di Emilio RANZATO


Tagikistan, ex Unione Sovietica. Angosciata dall’idea che, quando arriverà il momento, la sua bara non attraverserà la stretta porta di casa, la povera e anziana Halima (Miyasarova) finge di essere in punto di morte: con questo espediente riuscirà a far tornare da lei suo figlio Khamro (Pulodzoda), partito dal piccolo paese natale dieci anni prima, e lo esorterà a concludere finalmente i lavori di ristrutturazione della casa iniziati all’epoca. Mentre i lavori procedono, Kahmro riaprirà il cinema che aveva abbandonato, ma dovrà anche fare i conti con un figlio che non sapeva di avere. Quando poi i malavitosi che gli avevano prestato i soldi per partire si faranno avanti, Halima ”deciderà” di morire veramente, permettendo a Khamro di ricevere quella eredità sulla quale egli contava per saldare il debito.
Usmonov, autore anche della sceneggiatura, esordisce nel nostro paese con un’opera pluripremiata nei festival di tutto il mondo, una preghiera delle piccole cose che rischia di suscitare anche piccole emozioni, ma che sicuramente manderà in visibilio un certo tipo di pubblico grazie ad un paio di accortezze furbette (il bambino che si sforza in ogni scena di suscitare compassione, la piccola sala amatoriale tipo NUOVO CINEMA PARADISO) e una povetà di mezzi che spesso viene presa come garanzia di genuinità da chi odia il cinema hollywoodiano. A ben vedere, però, la ricchezza manca prima di tutto nella fonte d’ispirazione di un regista che si accontenta di gettare nel calderone singoli elementi tipicamente vincenti con la speranza che il tutto si trasformi da solo in poesia.
Archiviate le ambizioni più alte, rimane in ogni caso una pellicola graziosa soprattutto nei suoi momenti leggeri (come quando Halina incontra in sogno il sindaco del paese e gli chiede di scambiare il proprio destino con quello di una donna che doveva morire di lì a poco), nonché un valido documento sulla condizione di un paese tormentato. Se non fosse stato così sopravvalutato, comunque, avrebbe suscitato più tenerezza.
 

Voto: 22/30

17.06.2004

 


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