ANGELA (una storia vera)
di Roberta Torre


Regista innamorata del meridione, soprattutto del popolo del sud che nei primi due lungometraggi dell'autrice è protagonista assoluto, ci propone una nuova produzione ambientata nella Palermo dei vicoletti e del mercato rionale, nella quale Angela e i comprimari del suo mondo si muovono stretti e veloci con incedere realistico e senza tanti fronzoli. La scelta stilistica è adottata in funzione della sceneggiatura, tratta da fatti realmente accaduti, e tende a narrare, senza troppe intromissioni da parte dell'autrice, la scelta di una donna di entrare volontariamente, rinunciando ad una vita nella legalità, in un mondo fatto di uomini violenti, ma anche tanto umani; nel mondo della mafia vera, non quella grossolana delle fiction, ma quella piccola che spaccia chili di droga fra le bancarelle della verdura e nelle case con le porte sulla strada, dove scorre la vita di tutti i giorni. Preso come un unicum il film scorre veloce e si fa consumare, grazie anche alla fotografia di Ciprì, che ci porta sullo schermo il sole di Palermo e le sue ombre, ma se inseriamo il prodotto nell'iter artistico della regista l'unica cosa che balza all'occhio è solo il cambiamento di stile. Viene spontaneo chiedersi a cosa serva girare intorno allo stesso tema quando è evidente che non è stato intrapreso un percorso che si diriga verso una qualche evoluzione, portando con se l'autrice e il suo pubblico verso nuove prospettive, e perché una giovane regista, che dimostra notevole talento, non riesca a spiccare il volo verso altri cieli che non siano quelli di Palermo?

Voto 21/30

Giulio Amato
29 - 10 - 02