an education di Lone Scherfig
con Peter Sarsgaard,
Carey Mullingan |
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25/30
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An Education è una commedia che riprende un tema classico: l’educazione sentimentale di una giovane ragazza romantica che si emanciperà al contatto del principe azzurro, che poi si rivelerà un bugiardo incallito. Nel fra tempo, questa “ jeune fille rangée” avrà perso la virginità, visitato Parigi e conosciuto la “grande vie”. Questa vita dissoluta metterà in pericolo la sua vita futura e i suoi progetti di studiare ad Oxford. Tutto si risolverà in un Happy-end scontato e moraleggiante. Il problema che si pone, oltre alla morale piccola borghese e puritana, è di sapere quale è, oggi, la differenza tra il cinema e la televisione? Sembrerebbe, questo film ne è la prova, che la frontiera tendesse a cancellarsi. Non che i telefilm, serie, e altri soap-opera europei (il discorso è molto diverso per la produzione di serie americane) sarebbero di migliore qualità ma al contrario, il cinema imiterebbe sempre di più la televisione. Che la storia sia vista attraverso lo sguardo e i sogni di quattro soldi di un’adolescente non ha niente di reprensibile, ed è anche un grande classico ( sia della letteratura, che del cinema). E avrebbe potuto dare nascita ad una commedia molto carina. Negli anni cinquanta se ne producevano a palate, di queste favole moderne dal casting da sogno, che si rivolgevano a un pubblico sopratutto femminile, dalla casalinga “alla fanciulla in fiore”. Sabrina di Billy Wilder è uno dei film più rappresentativo del genere. Il parallelo tra i due film s’impone da sé. Non mancano i riferimenti ma sarebbe un po’ lungo farne l’elenco, ci accontenteremo di mettere in rilievo uno degli aspetti più rilevante. La fanciulla, nel corso del film, si trasforma in Audrey Hepburn (lo esige la ricostituzione degli anni '60?) mentre Sabrina nel film di Wilder si trasformava in donna - ovvero in Audrey Hepburn, l’attrice. Per riprendere il termine di Walter Benjamin, ma facendone un controsenso, guadagnava una specie di “aura”. La giovane attrice di An Education, nonostante la somiglianza con Hepburn, ne in realtà un “ersatz”, un sotto-prodotto. Non ne è la copia o la variazione sul modo del remake, o piuttosto si, ne è la copia, il remake televisivo, cioè la forma svuotata della sostanza. La differenza tra il film di Wilder e quello di Lone Scherfig è ontologico, è la differenza tra il cinema e la televisione. L’immagine televisiva è una presenza-assenza, un fantasma (Günther Anders). Mentre l’immagine cinematografica è evento, l’immagine televisiva è non-evento, si presenta sotto la forma della perdita. L’essenza del cinema, “l’espressione della durata concreta” secondo Bazin, per Deleuze l’immagine movimento e l’immagine-tempo, è totalmente assente nel film inglese. Come in una serie t.v, ogni inquadratura è schiava di un tempo fittizio che non è ne quello del piano-sequenza ( nel quale il montaggio tende a cancellarsi), ne quello “ dell’ espressione”: rielaborazione del reale attraverso il tempo astratto del montaggio. Il tempo della sequenza è assoggettato a delle unità di azione indipendenti le une dalla altre : la cena della ragazza con i genitori, entità significativa ma molto insignificante, la stessa che ascolta musica in camera sua o che sta seduta in un bar con le amiche. L’indipendenza di queste sequenze ne crea delle ellissi. La parte interpretativa impartita allo spettatore viene negata, perché lo spettatore non sa dove cercare le briciole di tempo assente, quello altrove, ovvero il fuori-campo. Il montaggio non crea fuori-campo, non crea temporalità, li caccia via. Ne risulta che il film, in quanto film si nega. Ed è forse la caratteristica dalla televisione - del mondo dello spettacolo - di negarsi, di essere nel non essere, cioè il colmo dell’aporia.
05:02:2009 pubblicata originariamente in Berlino.59 |
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an education Regia Lone Scherfig Gran Bretagna 2009, 95'
DUI: 05
febbraio 2010 |
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