
Città del Messico: ai nostri giorni.
Tre vicende diverse, tre "amori sbagliati", tre realtà lontane che si
avvicinano inspiegabilmente, si intrecciano sapientemente, si scontrano
violentemente (è proprio il caso di dirlo!) in un drammatico incidente
stradale…
Il giovane Octavio ama la bella cognata e la vuol sottrarre alle continue
violenze del fratello rapinatore di supermercati…unica sua risorsa e ricchezza?
Un cane dal pelo lucido e dalla mascella robusta.
Daniel, quarantenne di successo, lascia moglie e figlie per vivere con
la splendida Valeria, modella tanto affascinante quanto drammaticamente
sfortunata…insieme a loro? Lo stupido cagnetto di lei che si infila in
un buco del parquet e non ne esce se non quando la sua padrona è costretta
alla sedia a rotelle.
Chiko si è sottratto al suo compito di padre abbandonando la figlia duenne
perché pensava che ci fossero cose più importanti da fare… costruire
un mondo migliore… ma non c'è riuscito e fa il killer per caso
cambiando continuamente domicilio e identità… suoi unica autentica passione?
Un folto gruppo di cani randagi che egli accudisce come bambini prima
che gli vengano tutti uccisi proprio da quel bel cagnone dal pelo lucido
e dalla mascella robusta raccattato sul luogo del fatidico incidente
stradale.
Amara e priva di speranza la riflessione sulla condizione umana che scaturisce
dall'analisi di tre generazioni accomunate dall'incapacità di vero dialogo
e affetto (non a caso solo gli animali -chiara metafora dei loro padroni-
si salveranno dalla serie di disgrazie e dolore che travolge invece senza
pietà gli uomini; siano giovani e passionali come Octavio, maturi e disgraziati
come Valeria, scaltri ma intimamente provati come Chiko.)
Sono i cani l'originale anello di congiunzione delle tre realtà umane
considerate.
Cani che non sono solo i migliori amici dell'uomo, sono ragione
di vita (Chiko); ricchezza (Octavio); consolazione (Valeria).
Efficace e travolgente il montaggio alternato di due scene di diversa
(ma non direi poi troppo) passionale violenza: i due amanti che fanno
sesso - Rodrigo che viene picchiato a sangue per ordine dello stesso
Octavio.
Agghiacciante, e tutta giocata sulla suspance e sulla tensione, l'affannosa
e disperata ricerca del cagnetto scomparso da parte di una donna che si
aggira per casa su una sedia a rotelle…
Commovente e esplicitamente chiarificatrice del morboso (e insieme vitale)
rapporto cane-padrone, la sequenza in cui l'ex galeotto Chiko, che non
si turba apparentemente davanti a nulla e non si fa scrupoli nel derubare
un ferito, sembra letteralmente impazzire di dolore alla vista dei suoi
cani randagi (come lui) brutalmente assassinati.
Ritmo serrato che mescola denuncia sociale e melodramma individuale per
un'opera prima intelligente e ben articolata (fatta eccezione forse per
qualche passaggio dell'episodio finale che sa di brodo allungato) che
gioca sulla metafora cane in modo poetico e incisivo.
Voto: 30/30
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