AMORES PERROS
di Alejandro Gonzalez Inarritu
con Emilio Echevarria, Goya Toledo e Gael Garcia Bernal



Città del Messico: ai nostri giorni.
Tre vicende diverse, tre "amori sbagliati", tre realtà lontane che si avvicinano inspiegabilmente, si intrecciano sapientemente, si scontrano violentemente (è proprio il caso di dirlo!) in un drammatico incidente stradale…
Il giovane Octavio ama la bella cognata e la vuol sottrarre alle continue violenze del fratello rapinatore di supermercati…unica sua risorsa e ricchezza? Un cane dal pelo lucido e dalla mascella robusta.
Daniel, quarantenne di successo, lascia moglie e figlie per vivere con la splendida Valeria, modella tanto affascinante quanto drammaticamente sfortunata…insieme a loro? Lo stupido cagnetto di lei che si infila in un buco del parquet e non ne esce se non quando la sua padrona è costretta alla sedia a rotelle.
Chiko si è sottratto al suo compito di padre abbandonando la figlia duenne perché pensava che ci fossero cose più importanti da fare… costruire un mondo migliore… ma non c'è riuscito e fa il killer per caso cambiando continuamente domicilio e identità… suoi unica autentica passione? Un folto gruppo di cani randagi che egli accudisce come bambini prima che gli vengano tutti uccisi proprio da quel bel cagnone dal pelo lucido e dalla mascella robusta raccattato sul luogo del fatidico incidente stradale.
Amara e priva di speranza la riflessione sulla condizione umana che scaturisce dall'analisi di tre generazioni accomunate dall'incapacità di vero dialogo e affetto (non a caso solo gli animali -chiara metafora dei loro padroni- si salveranno dalla serie di disgrazie e dolore che travolge invece senza pietà gli uomini; siano giovani e passionali come Octavio, maturi e disgraziati come Valeria, scaltri ma intimamente provati come Chiko.)
Sono i cani l'originale anello di congiunzione delle tre realtà umane considerate.
Cani che non sono solo i migliori amici dell'uomo, sono ragione di vita (Chiko); ricchezza (Octavio); consolazione (Valeria).
Efficace e travolgente il montaggio alternato di due scene di diversa (ma non direi poi troppo) passionale violenza: i due amanti che fanno sesso - Rodrigo che viene picchiato a sangue per ordine dello stesso Octavio.
Agghiacciante, e tutta giocata sulla suspance e sulla tensione, l'affannosa e disperata ricerca del cagnetto scomparso da parte di una donna che si aggira per casa su una sedia a rotelle…
Commovente e esplicitamente chiarificatrice del morboso (e insieme vitale) rapporto cane-padrone, la sequenza in cui l'ex galeotto Chiko, che non si turba apparentemente davanti a nulla e non si fa scrupoli nel derubare un ferito, sembra letteralmente impazzire di dolore alla vista dei suoi cani randagi (come lui) brutalmente assassinati.
Ritmo serrato che mescola denuncia sociale e melodramma individuale per un'opera prima intelligente e ben articolata (fatta eccezione forse per qualche passaggio dell'episodio finale che sa di brodo allungato) che gioca sulla metafora cane in modo poetico e incisivo.

Voto: 30/30

Claudia RUSSO
17 - 08 - 01


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