L'AMORE RITORNA

di Sergio Rubini

Con: Fabrizio Bentivoglio, Margherita Buy

di Matteo FERUGLIO


L’ultima fatica di Sergio Rubini, sceneggiata assieme a Domenico Starnone, ritorna al soprannaturale (già ne L’ANIMA GEMELLA), mescolando le caotiche atmosfere del Nord con i soleggiati panorami del Sud. Il film, che narrando di un momento difficile nella vita di un attore, poteva cadere facilmente nello strappalacrime, con l’inserimento dell’elemento soprannaturale (senza effetti speciali, in modo naturale) si trasforma in una vicenda semplice e lineare, senza sbavature.
SUD. Il film inizia con un funerale, che poi scopriremo essere quello di SISINA (Giorgia Pranzo). Si tratta di un sogno, che sveglia improvvisamente Tonia (Dina Valente), che solo successivamente scopriamo essere la madre di Luca Florio: Sisina è la cugina morta prematura nei lontani anni '50. Ed è proprio la visita di una bambina tale e quale a Sisina, nella vecchia casa di Tonia, che mette in moto il meccanismo che lega i due mondi, quello stressante, falso, ipocrita del nord e quello caldo, vitale e rassicurante del sud.
NORD: Luca Florio (il sempre bravo Fabrizio Bentivoglio) è un attore nel pieno della carriera, ha il ruolo del protagonista in un film importante, è prossimo a realizzarne uno suo come regista. Un giorno, sul set, inizia a sputare sangue: si fa ricoverare in una lussuosissima clinica, dove pensa di poter essere curato in breve tempo, e dove invece inizia un calvario interminabile. Attorno a lui si stringe tutto il mondo dei produttori e degli attori, poi degli amici e dei famigliari: in attesa di sapere se potra mai riprendere a lavorare, la produzione decide comunque di proseguire il film, sostituendolo con lo stesso regista, suo amico fraterno.
E’ in questo universo dicotomico che fa la comparsa il fantasma di Sisina – strepitosa la sequenza della barella trasportata per Milano: la cugina morta è in fondo il deus ex machina della vicenda. La malattia avvicina Luca a se stesso, ma colei che riavvicinerà Luca alle sue origini, a quel Sud che aveva dimenticato, al calore umano di quell’universo, è Sisina.
Seguendo questo punto di vista, non è un caso che sia Giacomo (lo stesso Sergio Rubini) medico vecchio amico di Luca, rappresentante di quel Sud umano, a suggerire quale possa essere la causa dello sbocco di sangue e la semplice cura - ovviamente ritenuta troppo semplice dai luminari del Nord. Seguendo questo percorso, questa lettura geografico culturale de L’AMORE RITORNA, l’ultima parola – confermerà l’idea di Giacomo - non poteva che essere del dottor Bianco (delizioso il cameo di Michele Placido): medico meridionale, trapiantato a Roma (luogo d’incontro tra Nord e Sud).
 

Voto: 27/30
02.05.2004


Uscendo da questa storia leggera e a lieto fine, comunque da vedere, vale la pena di ricordarne un'altra, tragica e reale, da leggere: quella di Jean-Dominique Bauby, editore capo della testata francese Elle, uomo affascinante e impegnato, che da un giorno all’altro si ritrovò capace solo di muovere la palpebra. Fu sbattendola che dettò il libro “Lo scafandro e la farfalla”, morendo, dramma nel dramma, solo pochi giorni prima della pubblicazione.

Lo scafandro e la farfalla

di Jean-Dominique Bauby
Titolo originale dell'opera:

Le scaphandre et le papillon
Traduzione di Benedetta Pagni Frette

pag. 126 Edizioni Ponte alle Grazie
 


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