L'ALBA DEL GIORNO DOPO

di Roland Emmerich
Con:
Dennis Quaid, Jake Gyllenhalal

E con: Sela Ward, Ian Holm, Emmy Rossum

di Umberto PARLAGRECO


L'eccessivo sfruttamento delle risorse del pianeta assieme all'emissione di gas inquinanti aggrava l'effetto serra del pianeta; i ghiacci dei poli si sciolgono, la corrente del Golfo ne risente, e in un paio di settimane l'emisfero settentrionale viene flagellato da eventi climatici disastrosi e senza precedenti: grandine grossa come palloni di calcio, tornadi devastanti, temperature a picco; infine una nuova era glaciale. Con queste premesse e con 150 milioni di dollari budget, Emmerich è riuscito a realizzare un film insulso (e non era facile). Persino gli effetti speciali, unico motivo di interesse in film di questo tipo, spesso sono insufficienti: se è vero che New York sotto la neve e Los Angeles distrutta dai tornadi sono molto spettacolari, altri particolari sono da film di serie b: in cima alla lista i lupi in computer grafica: assolutamente ridicoli.
Sarebbero errori ampiamente perdonabili, se la storia fosse convincente; purtroppo così non è. La spettacolarità delle scene di devastazione ha il fiato corto, e cede presto il passo alla noia, da cui un regista medio avrebbe potuto uscire con una storia interessante, dialoghi sferzanti o personaggi e situazioni originali. Ma così non è. Assistiamo impotenti alla solita solfa di buoni sentimenti, di amori nati e rinati (di cui si intuiva il destino almeno mezz'oretta prima); siamo costretti a sorbirci dialoghi involontariamente ridicoli ("non si brucia Nietzsche!" "Nietzsche era un porco sciovinista ed era innamorato della sorella!"); situazioni poco credibili (gli esperti esploratori polari non si accorgono di camminare su un vetro??).

Il lieto fine è inevitabile, i buoni si salvano, il vicepresidente si redime, e le popolazioni del Terzo Mondo sono felici per la gratitudine statunitense (bleah!). Non basta un budget multimilionario a dare un'anima ad un film, ma una domanda sorge spontanea: con tutti quei soldi, non si poteva pagare un tizio qualsiasi che non scriva una storia stando seduto sul gabinetto?
 

Voto: N.C.

06.06.2004

 


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