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AMERICAN GANGSTER di Ridley Scott con Denzel Washington, Russell Crowe |
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25/30
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Da una storia vera. Anni ’70: l’agente Richie Roberts (Crowe), un poliziotto sostanzialmente onesto ma dai modi spicci e non sempre leciti, individua in Frank Lucas (Washington) il nuovo boss del racket della droga newyorkese; l’indagine lo porterà a scoprire un traffico di stupefacenti con il Vietnam che coinvolge anche ampi settori della polizia. Nell’approdare al gangster-movie Scott non sembra intenzionato a dire molto di nuovo - parziale identificazione fra il criminale con una “morale” e il poliziotto dai metodi non proprio ortodossi; parabola discendente del boss intenzionato a rimanere nell’ombra in favore della nuova criminalità spudorata e dai gesti eclatanti; parallelismo fra vita lavorativa e privata dell’agente, lasciato dalla moglie anche perché invischiato nel declino etico del suo ambiente - ma, come capita spesso ad uno stilista dei generi come lui, quanto meno visivamente lo dice meglio di tanti altri, a partire dalla bellissima fotografia come sempre desaturata, che restituisce l’atmosfera umida e polverosa della New York anni ’70, ed un’ottima direzione d’attori, anche al di là delle due star - come sempre impeccabili - Crowe e Washington. Tuttavia sul risultato finale grava ancora una volta l’ombra della oleografia criptopatinata, sotto cui fanno capolino sempre di più i trascorsi pubblicitari del regista inglese adottato da Hollywood. Più interessanti risultano allora i rimandi alla realtà politica dell’America contemporanea, che pulsa sotto l’immagine della mercificazione dei soldati caduti in Vietnam, un chiaro monito antimilitarista da parte di un autore altrove ideologicamente ambiguo o superficiale.
14/10/2007 |
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AMERICAN
GANGSTER |
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