WAKING LIKE
di Richard Linklater



Con WAKING LIFE l’animazione al computer sembra aver trovato una delle strade percorribili: quella del parlato, del testo orale, del dialogo filosofico. La mancanza dell’ontologia fotografica (non sopperita dall’utilizzo di persone reali ridisegnate in digitale) sembra sposarsi bene con la rarefazione della dissertazione filosofica, con l’esternazione di visioni del mondo che totalizzano la vita sotto patterns scientificizzanti o esistenzialistici che pretendono concluderla dicendone la verità più celata. Il personaggio infatti fa un viaggio più o meno onirico in cui incontra tanti personaggi comuni che si riveleranno maestri di vita o comunque capaci di teorie che fanno oscillare le sue concezioni sulla realtà, il sogno, la percezione, il libero arbitrio e via dicendo. Il film va avanti bene, i dialoghi sono profondi senza essere pedanti ma almeno alla fine ci si aspetterebbe dal protagonista una presa di posizione, un bel calcio liberatorio al dubbio che lo tormenta per tutto il film e al quale cerca sempre di dare una risposta facendosela dare da qualcun altro: sogno o son desto? Insomma il film non ci libera da se stesso, continua a tenerci avvinghiati nelle sue incertezze, nel non poterci dire (e come potrebbe?) ma soprattutto senza farci sentire come si possano distinguere realtà e sogno: lo spettatore allora provvede a farlo da solo alzandosi e tornando a fare quello che faceva prima.

Voto: 25/30

Alessandro MAZZANTI
04 - 09 - 01


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