SABADO
di Juan Villegas

E’ la storia di 3 coppie di giovani che si sfaldano, mescolano e più o meno si ricompongono nell’arco di 24 ore a Buenos Aires. Ma sorge spontanea la domanda: perché raccontare la solita storia di incontri casuali e scambi incrociati, tradimenti consumati o solo sperati, rapporti amorosi che si trascinano senza sapere neanche il perché – perché il problema sta non in un rapporto trascinato ma nel fatto che talvolta sia insensato? Infatti il film non ci mette al corrente di nulla, ci mostra delle coppie in crisi e si dilunga per 70’ a mostrare l’unica cosa che è stata colta con lucidità ma che rimane identica dall’inizio alla fine: i dialoghi dei giovani. Bisogna ammettere che sono divertenti nel loro non dire nulla, nel loro emergere come giochi di linguaggio che più o meno si sganciano dalle cose in questione, dalle intenzioni dei parlanti, dall’espressività per appoggiarsi su se stessi: una ragazza fuma una sigaretta, il ragazzo che le sta di fronte gliene chiede una, lei annuisce ma non gliela porge e così via. Martin sostiene una cosa ma suppone apertamente possa essere il contrario, Leo e Maria prendono mille precauzioni sulle oscillazioni che potrà subire l’orario del appuntamento al quale non si presenteranno mai; tutto questo è molto umano, molto vicino alla vita ma nel film non conduce in nessun luogo e come un paio di fari nella notte si avvicinano, illuminano la scena e poi ci abbagliano così il film passa lasciandoci una vaga impressione di aver visto, ma forse è illusione ottica, non si sa cosa.

Voto 20/30

Alessandro MAZZANTI
02 - 09 - 01


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