
"Quando tutto è stato visto, rivisto, rifatto e strafatto… l’unica trasgressione
possibile diventa la NORMALITA’" Questo è lo slogan del primo lungometraggio
di Gianni Costantino, Ravanello Pallido, di cui è attrice protagonista
è coo-sceneggiatrice Luciana Littizzetto. La storia è quella di una ragazza
di 32 anni, single, bruttina e anche piuttosto "sfigata" che lavora come
segretaria in una agenzia di soubrette. La povera Gemma, sfruttata dal
suo capo (Massimo Venturiello) che le dà 1.600.000 al mese con un aumento
annuo di £ 30.000 e trascurata dal suo fidanzato (Neri Mercorè), detto
Mummia "per la sua attitudine al dialogo", è alle prese tutto il giorno
con gli attacchi isterici delle stangone di turno, che rivendicano il
diritto di essere trattate da dive e la costringono continuamente a preparare
spremute. Ma, per una serie di equivoci e malintesi, improvvisamente la
vita di Gemma cambia e la sottomessa segretaria si ritrova ad essere la
scoperta televisiva dell’anno, contesa da tutte le reti e in copertina
su tutte le riviste scandalistiche più importanti. Fino ad aspirare alla
conduzione di Sanremo. Eppure è alta un metro e sessantadue, porta il
trentatrè di scarpe, ha la cellulite, le smagliature, niente curve e il
suo profumo, Violetta di Cantù, sa di nafta. Ma il suo vero pregio e il
segreto del suo successo è quello di essere una donna normale, che sa
parlare alle donne come lei. Il film non è però solo un’apologia della
normalità, quanto piuttosto un monito a trovare se stessi: solo attraverso
questa via si arriva al "successo". Ma tutto ciò è trattato con estrema
ironia e comicità, forse con qualche scivolone retorico di troppo (la
redenzione del capo, incallito bugiardo, cocainomane e truffatore, è decisamente
esagerata), ma anche con trovate divertenti e inaspettate. Al film manca
forse un po’ di ritmo: qualche volta sarebbe stato meglio rinunciare ad
una battuta o a qualche gag per rendere più leggera e snella l’intera
pellicola. Mentre un grosso merito va agli interpreti, per la maggior
parte grandi attori di teatro e cabaret, come Massimo Venturiello, Renato
Scarpa, Neri Marcorè, Gianfranco Barra e naturalmente la stessa Littizzetto,
che, malgrado le profonde diversità e le marcate caratterizzazioni dei
loro personaggi riescono ad integrarsi perfettamente senza contendersi
gli spazi.
Voto: 24/30
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