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Ancora
una storia di adolescenti e ancora una storia di violenza. Sembra che
a Venezia si sia voluta puntare l’attenzione sul disagi di una generazione
che non fa differenze di razza o di Paese nell’affrontare le proprie tensioni:
da BULLY di Larry Clark (U.S.A.) al messicano Y TU MAMA TAMBIEN (Alfonso
Cuaron), passando per il film di Kim Kiduk ADDRESS UNKNOWN (Corea) fino
al primo bellissimo lungometraggio di Damien Odoul LE SOUFFLE al centro
ci sono le storie forti e violente di minorenni devastati dalla mancanza
di amore. La storia di David, il protagonista di LE SOUFFLE si svolge
tutta in un pomeriggio d’estate quando sotto gli effetti della sua prima
sbornia il ragazzo quindicenne perde il controllo, compiendo un gesto
folle che condizionerà la sua vita. La pellicola del giovane regista è
intensa e terribilmente drammatica. La cinepresa si sofferma spesso sul
volto di David, quasi a voler toccare la sua sofferenza. Una sofferenza
legata ad un vuoto incolmabile (David non sa nemmeno chi sia suo padre)
e che si materializza in gesti folli, estremi, nella disperata ricerca
di aiuto e di amore. L’atmosfera del film è drammatica fin dall’inizio,
quando lo zio di David sgozza l’agnello che verrà cucinato a pranzo: come
se quel gesto potesse essere un presagio di quello che succederà più tardi.
La scelta del bianco e nero rende più intense e più sincere le immagini
di una realtà che spinge qualcuno a compiere gesti disperati, senza lasciare
nessuna possibilità di salvezza. |
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Francesca MANFRONI |
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