50 VOLTE IL PRIMO BACIO
di Peter Segal
Con: Adam Sandler, Drew Barrymore

di Luca GIAMPIERI


Henry Roth (Adam Sandler), giovane veterinario di un parco acquatico delle isole Hawaii, è un consumato playboy impegnato a sedurre il maggior numero di turiste, per poi abbandonarle con improbabili scuse prima che i rapporti diventino più seri. Una mattina in un bar, la sua attenzione viene attirata da Lucy (Drew Barrymore), occhioni dolci e viso da bambina; una ragazza speciale, diversa dalle altre, che rapisce all’istante il cuore del belloccio dongiovanni. Dopo qualche esitazione, Henry trova l’approccio giusto e l’intesa fra i due sembra scattare immediatamente. Ma, ironia della sorte, a causa di un incidente stradale che ha danneggiato la sua memoria a breve termine, Lucy vive ripetutamente lo stesso giorno senza esserne conscia e al suo risveglio non ricorda più nulla del giorno precedente. Nella condizione di “sedotto e abbandonato” e innamorato alla follia, Henry tenterà in ogni modo di conquistare Lucy tutte le mattine e di aiutarla ad affrontare il suo disturbo per costruire una vita al suo fianco.

Seppur insolita, la sceneggiatura di George Wing non porta certo una ventata di originalità nella commedia rosa firmata Peter Segal; ricalca bensì un’idea di Danny Rubin datata 1992. Una volta compresa la logica meccanicistica della trama è impossibile non tornare con la memoria  a “Ricomincio da capo”, pellicola di Harold Ramis che fu trampolino di lancio per Bill Murray, nella quale il ruvido Phil Connors rimaneva bloccato a Punxsutawney durante il giorno della marmotta. Nonostante ciò il film si rivela piuttosto frizzante e piacevole, salvo alcune battute forse un po’ troppo demenziali (per non dire “da osteria”), e privo di tempi morti.  Dopo Big Daddy e Mr Deeds, Adam Sandler (gemello “separato alla nascita” di Jason Biggs) si riconferma particolarmente portato per la commedia leggera, pur reggendo anche  toni decisamente più sobri. Divertente la scelta dei personaggi spalla che gravitano attorno alla coppia Barrymore-Sandler, già collaudata in The Wedding Singer (1998),  aggiungendo colore ai dialoghi comici con caratteristiche in puro stile fratelli Farrelly. Su tutti spiccano lo stravagante collega portoricano di Henry e il bizzarro giapponese dell’Hukilau Café. Buona anche la colonna sonora non originale, che vede fra gli artisti: Bob Marley, Beach Boys, Paul McCartney, Sting e Cure (quest’ultimi riproposti in chiave esotica).

Una commedia romantica cucita su misura addosso a Sandler, un prodotto senza grosse pretese o illuminanti qualità artistiche, ma che può essere considerato in tutta tranquillità un “pop-corn movie” in piena regola.

 

Voto: 24/30

13.06.2004