Ottilie deve risolvere un grave problema:
Gabitha che divide con lei la stanza di uno squallido pensionato studentesco
è incinta e vuole disfarsi del bambino, ma siamo nel 1987, nella Romania di
Ceausescu, e la pratica abortiva è illegale. Le due ragazze devono affidarsi
alle mani poco amorevoli di un medico/ricettatore che farà il lavoro sporco
clandestinamente, chiedendo loro in cambio danaro e favori sessuali.
Vincitore della Palma d’Oro all’ultimo Festival di Cannes,
Quattro mesi tre settimane due
giorni è un film crudo e quasi silenzioso, che a tratti ha la
tensione angosciata di un thriller senza che mai la regia conceda uno
scioglimento del senso di cupa oppressione che ogni scena rimanda. Perno
dell’azione e vera protagonista è Ottilie (la bravissima Anamaria Marinca),
poiché è lei a portare sulle spalle il peso del fardello che l’amica porta
in grembo (tant’è che sarà lei, in una corsa notturna per le strade
cittadine a gettare il feto abortito in un cassonetto). E dietro al dramma
personale lo sfondo è quello di una società chiusa e sospettosa, brutale e
mancante di ogni senso di solidarietà e protezione, un mondo nel quale
Ottilie si muove subendo, non riuscendo neppure a tradire rabbia per la
brutalità che in quanto donna si trova a subire, non alzando mai la voce,
non chiedendo un aiuto che sa che non troverà. La camera si ferma a scrutare
la giovinezza e la fragilità delle due protagoniste, i visi pallidi, la
magrezza dei corpi e delle lunghe dita. Sono elementi che accrescono il
senso profondo di ingiustizia di una società che le ignora, in quegli anni
ottanta che furono i più bui della dittatura comunista di Ceausescu, poiché
la vita in uno stato costante di necessità, controllo totale, povertà e
privazioni accresce i privati egoismi e la violenza. Molti hanno trovato
troppo scioccante l’immagine finale del feto morto per terra, ma era
chiusura terribile e necessaria, la meta tragica e inaccettabile nella
fisicità del sangue, l’aborto e il collasso di un’intera società e di una
storia, quella del comunismo sovietico, destinata di lì a poco ad essere
sommersa.
Voto: 28/30
27:09:2007 |