le tre scimmie

di Nuri Bilge Ceylan

con Ahmet Rifat Sungar, Ercan Kesal

di Marco GROSOLI

 

30/30

 

Un notturno incidente in auto, mortale, commesso da un politicante assonnato. Fa andare dentro il suo autista in cambio di soldi (ci sono le elezioni, come si fa?), e va pure con sua moglie, che perde la testa inspiegabilmente dietro questo uomo calvo, goffo quasi ma potentissimo. Il figlio adolescente vede tutto e trama confusamente nell’ombra.
A dispetto degli omicidi, dei quasi suicidi, dei personaggi dostoevskiani e delle azioni nobili ma catastrofiche, in THREE monkeys la tragedia è sempre dietro l’angolo, ma una volta svoltato l’angolo la tragedia non c’è più: al suo posto, la solita magnifica atmosfera sospesa di Ceylan, i suoi cieli lividi e la sua immensa bravura figurativa. Senza esagerare con la tavolozza e i cromatismi, Ceylan affina ulteriormente la sua sublime maniera, si affida a silenzi, paesaggi, dilatazioni, primi piani che arrivano all’improvviso, un montaggio che sfrutta rapacemente ogni minima increspatura della tensione. Ricuce i devastati rapporti tra i personaggi riducendo al minimo la psicologia ma sfruttando al massimo la carica patetica dell’organizzazione spaziale dell’inquadratura, che da sola (complice però il curatissimo e quasi lynchiano sound design) incorpora le emozioni trattenute, le distanze apparentemente invalicabili, i traumi rimossi.
Per quanto contemplativo e pacato sia l’andamento del film (la cui azione è ridotta al minimo), c’è una tessitura ritmica molto forte, che centellina e gradualizza sapientemente le apparizioni, gli spunti lirici, le accensioni. è in questa partitura emozionale che si spegne dolcemente qualunque velleità di tragedia – la famiglia di cui assistiamo al disfacimento, in cui tutti soccombono al senso di colpa e alle buone intenzioni con pessimi effetti, non viene schiacciata dal dramma, ma trova la forza per guardarsi in faccia in una sommessa epoché. La catarsi viene congelata in contemplazione, il melodramma è rispedito al mittente e ridotto alle parole incongrue, tutta cuori in catene e pene d’amore, di una canzoncina strappalacrime usata (dalla moglie) come suoneria di un cellulare.


15:05:2008

Uc Maymun
Regia: Nuri Bilge Ceylan
Turchia/Francia/Italia 2008, 109'
DUI: 12 settembre 2008
Drammatico