36

di Olivier Marchal
Con: André Dussollier, Daniel Auteuil, Roschdy Zem, Gérard Depardieu, Valeria Golino

di Federica FERRARI


36 Quai des Orfèvres è un polar di brutale iperrealismo trattato con estrema raffinatezza cinematografica. Regia e sceneggiatura tese ad andare oltre i limiti del verosimile, il ritmo serrato di un montaggio mozzafiato, la colonna sonora evocativa ma non ingombrante, e non ultimo l’apporto di tre attori dal carisma irriducibile fanno di 36 un capolavoro di mirabile equilibrio. E questo equilibrio si esplica nelle diverse espressioni del film: a livello di regia e sceneggiatura (Oliver Marchal), in un sistema dove nulla manca e nulla è in eccesso, e tutto torna; e dove ogni parola, gesto, sguardo hanno un senso e una ragione. Così pure nel montaggio (Hachdé) dove non c’è indugio sulla scena, che non sia motivato, passaggio inespresso, se non perché voluto, eccesso o scompenso. E la colonna sonora (Herwann, Kermovant, Axelle, Renoir) non fa che coadiuvare questo equilibrio di effetti, con una presenza persistente, e allo stesso tempo variabile a seconda che accompagni, intensifichi o anticipi la scena, senza mai però soffocarla; con un andamento fluido e insieme dirompente, dai cambi inavvertiti o invece improvvisi, in misura dell’azione, comunque sempre azzeccatissima. Infine a livello di interpretazione, l’equilibrio si esprime in un triangolo che vede un Gérard Depardieu e un Daniel Auteuil contrapporsi con due ruoli agli antipodi e André Dussolier al vertice.
Un certo equilibrio emerge anche nella complessità tematica e nella gestione delle emozioni.
Pur entro i confini del plot poliziesco, amicizia e amore, orgoglio, passione, onore e viltà, coerenza e corruzione trovano spazio in un dramma che vuole essere uno spaccato realistico specifico per genere, vicenda e ambientazione ma aperto ad ampio raggio per i motivi umani coinvolti.
Azione e melodramma si combinano in sequenze di immagini dove lo scrupolo del dettaglio non va a discapito dell’incisività, e la ripresa non ha scrupolo per i sentimenti. Nudi e crudi emergono miti e riti, intrighi e miserie della polizia in questo polar girato appunto da un ex poliziotto che da esperto conoscitore del milieu tratta ogni immagine con una finezza e una potenza dirompenti
In grazia solo di uno stile impeccabile una storia vera fatta di comuni mortali, viene portata al massimo delle potenzialità espressive.
Tra Léo Vrinks (Daniel Auteuil), capo della squadra anticrimine e Denis Klein (Gérard Depardieu), capo della squadra investigativa e pronto intervento, si è scatenata la battaglia per la conquista del comando del ‘36, Quai des Orfèvres’. Ormai tra loro è guerra aperta per sgominare una terribile banda di malviventi. Da qui si innesca un meccanismo di cui entrambi finiscono per perdere il controllo. Gli estremi del contendere si esacerbano in una netta divisione che vede entrambi portare all’esasperazione se stessi e le proprie istanze in una lotta che non risparmia nessuno. Perché né la passione per la professione né la brama di potere conoscono limiti. L’una porterà Denis su una strada cieca di tradimenti e corruzione, che in nome del potere non si fa scrupolo di comprare silenzi con denaro e promozioni, né di uccidere. L’altra farà finire Léo involontariamente complice in un omicidio e infine in prigione. Ad incastrarlo è non a caso Denis, che una volta eliminato l’avversario, pur se contro la volontà e lontano dall’apprezzamento di tutti, può finalmente sostituire Robert Mancini (André Dussolier), nel comando della centrale di Parigi. Mentre le loro strade si dividono, intorno si fa il vuoto, e non solo metaforicamente. Solo chi è disposto a un compromesso dal caro prezzo morale resiste all’ascesa di Denis al potere, gli altri muoiono, desistono, si perdono. Il portato di questa lotta tra vili e degni è al di là del paradossale e non conosce giustizia. La passione non sembra essere ripagata, gli eroi non vengono risparmiati. Non c’è rispetto per la coerenza, i nobili intenti, i veri amori, le amicizie sentite, a trionfare sembra essere la degenerazione del potere, la viltà del denaro, l’insoddisfazione. Questa storia, sembra essere a-morale, e non è un caso che sia una storia vera. Solo alla fine un colpo di scena inaspettato, in grazia di una battuta tenuta sotto silenzio e rivelata solo al momento, stupisce e un poco rasserena, perché almeno a morire, tra i due contendenti, non sarà Vrinks…
 

Voto: 27/30

06:02.2005

36

Titolo Originale: 36 QUAI DES ORFEVRES
Regia: Olivier Marchal
Anno: 2004
Nazione: Francia
Data uscita in Italia: 21:01:2005
Genere: Poliziesco