
Una delle cose più brutte da vedere al cinema è un film che nasce da alcune
buone intenzioni - fondere, ad esempio, denuncia e azione, poliziesco
e analisi sociale - ma che, pur riuscendo a dimostrarle, non sa metterle
in pratica. In questo senso, sarebbe "megliore" un film nato senza alcuna
pretesa.
La premessa nasce ovviamente per creare una categoria nel quale inserire
il nuovo film del non notissimo John Herzefeld: 15 MINUTES. Quali, allora,
le buone intenzioni? Innanzitutto raccontare una delle tante vicende di
serial killer in America, affiancando alla figura di quest'ultimo un compare
appassionato di cinema e USA, intenzionato a filmare ogni impresa dell'amico
per farne un film. Di origine esteuropea, i due giungono in una New York
dove Tale Robert Hawkins - leader indiscusso di una news-tv, per la quale
gli ascolti valgono più delle vite umane - ha già da tempo creato un commonman-hero,
Eddie Fleming (De Niro: piuttosto assente), poliziotto temuto da tutti
e invidiato dai colleghi. E' ovvio allora che l'ossessione mediatica degli
assassini, la popolarità di Fleming e Hawkins, con la sua sete di scoop,
finiscano per diventare elementi di una vicenda di omicidi il cui unico
movente reale va cercato proprio nella ricerca di una fama, per quanto
effimera e vissuta in modi e a livelli differenti.
È vero, questo può essere un interessante modo per affrontare - per quanto
il tema sia ormai ben più che abusato - il deteriorato rapporto tra mass
media, vita di tutti i giorni e, in un certo senso, anche un discorso
sulle nuove frontiere di un cinema fatto con videocamere digitali, grazie
alle quali un po' tutti posso sognare di realizzare un film. E' vero,
ma alla prova dello schermo, lo squilibrio è evidente, perché la volontà
di trasformare un poliziesco classico (anche troppo: serial killer, coppia
eterogenea di sbirri, donne che questi non posso amare totalmente, ecc.)
in qualcosa di diverso è evidentemente troppo "scritta", sembra calare
dall'alto, non è parte di un discorso filmico organico.
Probabilmente la cosa meglio riuscita dell'intera operazione è la campagna
pubblicitaria sulla stampa: dateci un'occhiata, è quantomeno molto originale.
Può bastare.
Voto: 23/30
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