Povero James Bond. Ridotto
ad un ridicolo e perenne muso duro (avete presente quegli pseudo machi che
si pavoneggiano facendo il broncio davanti allo specchio?), senza una grande
storia a cui far fronte e carico di stereotipi che ormai non fanno più presa
su nessuno.
Questo è Quantum of Solace:
tolto il fascino, il mistero, l’azione degna di questo nome, non rimane
appunto che un Bond caricatura di se stesso, in ridicole scene improbabili
nelle quali l’effetto speciale fa piuttosto un effetto a dir poco ilare.
Distrutto per la morte della donna amata (Vesper, in
Casino Royale), Bond è
disposto a qualunque cosa pur di vendicarsi. Così eccolo travolto in
inseguimenti folli in macchina sul Lago di Garda, in aereo sul deserto (in
una scena che nemmeno un supereroe con i superpoteri più super della storia
avrebbe potuto affrontare), in barca ad Haiti e fra i tetti (a dir poco
instabili) di Siena durante il Palio. Il tutto fra i rimbrotti del suo capo
(Judi Dench) che preferirebbe un Bond, come dire, meno incline al facile
grilletto.
Intriso, tra le altre cose, di un maschilismo su cui ci sarebbe davvero da
discutere (nel film le donne sono tutte poco di buono, incredibilmente
stupide o cameriere pronte a servire il boss di turno),
Quantum of Solace rimane un
film che vive esclusivamente dei fasti precedenti, senza una trama davvero
appassionante e straripante di azioni improbabili che inducono molto più ad
un fastidioso scetticismo che ad un sano divertimento.
Davvero non ci siamo.
07:11:2008
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