41 MOSTRA INTERNAZIONALE DEL NUOVO CINEMA

25:06/03:07:2005

PESARO

di Valentina DI MICHELE

Gli anni d’oro del Cinema Sudcoreano


La 41ma edizione del Festival del Nuovo Cinema di Pesaro celebra, quest’anno, una delle cinematografie che hanno conosciuto maggiore espansione nel mercato europeo negli ultimi cinque anni. Merito di nomi noti al pubblico dei festival, più o meno rapidamente passati alla scalata dei botteghini, capaci di avvicinare il restio spettatore occidentale ad un cinema dalle caratteristiche uniche e specifiche nel panorama orientale.
Sostenuto da politiche governative di forte sostegno, il cinema della Corea del Sud ha visto, negli ultimi dieci anni, un’espansione storicamente nuova, bruciando le tappe di una crescita commerciale e artistica senza paragoni.
Se l’esuberante quantità di opere realizzate non è sempre sinonimo di qualità, la Corea è un’isola ancora felice dove la creatività si è innestata su uno sfondo socio-culturale estremamente fecondo, dando vita ad una enorme varietà di generi, tematiche e stili.
Un successo portato avanti con oculatezza dal KOFIC (Korea Film Commission), che ha saputo mantenere il miracoloso e delicatissimo equilibrio tra esigenze commerciali e produzione autoriale.

Ai nomi ‘noti’ a platee non soltanto di nicchia, come Ki-Duk Kim o il grande ‘vecchio’ Im Kwon-Taek, si sono aggiunti quelli di Park Chan-Wook e di Jang Sun-Woo, a cui Pesaro dedica un’ampia retrospettiva.
 


Jang Sun-Woo



Regista poliedrico, capace di mutare continuamente registro e toni, Jan Sun-Woo si è imposto, in Corea e nel resto del Mondo, grazie a film di forte impatto psicologico e visivo. La violenza di Timeless, Bottomless, Bad Movie (storie di giovani vite sospese fra autodistruzione, furti, stupri, prostituzione e videogames nei sobborghi di Seoul) o di Lies (storia del legame sadomasochistico dai contenuti sessuali espliciti, presentato, con una certa eco, al Festival di Venezia nel 1999) non concede mai, però, spazio alla gratuità emotiva o sensazionalistica.
Come la piccola fiammiferaia del film-game Resurrection of the Little Match Girl, il cinema di Jan Sun-Woo è un oggetto mutevole che vaga apparentemente senza meta, un oggetto non identificato che si nutre di riflessi del mondo contemporaneo, nel quale il rimando alla politica è spesso la prospettiva distorta di un azzeramento dell’identità individuale, oltre che socio-culturale.
 

Pesaro, 01/07/2005