Giovedì 26 giugno
Le biciclette di Belleville
Le tre signore di Belleville hanno commosso la platea. Dopo il
successo di Cannes, Pesaro ha accolto con entusiasmo la malinconica
cavalcata nei gloriosi anni del ciclismo francese. La nostalgia è la chiave
della giornata, la nostalgia dell'idea prima e totalitaria del performer (Io
di Rezza e Rastrella, spettacolo dal vivo presentato in serata), la
nostalgia di altri tempi musicali, Lou Reed, John Lennon e Herb Alpert, nei
video di Rybczynski. Con il flash-forward dei giovani realizzatori
dell'Accademia di Belle Arti di Urbino- 12 sguardi diversi sul cinema e
sulle sue possibilità.
Cartoline
Cartoline di umanità sconfitta cumulative per Rezza e Mastrella,
che meritano uno spazio proprio in questa giornata non soltanto per La
Divina Provvidenza, Zero a Zero e Confusus, ma anche per l'eccezionale
Dehborah, che seduta sulla tazza del wc medita sul suo passato, presente e
(improbabile) futuro ("Riuscirò mai ad avere una vita privata?"), per Il
vecchio dentro e per l'altrettanto icastico L'orrore di vivere ("E anche
questa giornata l'abbiamo quasi tramortita", dicono i due pigri condannati
ad una silenziosa morte di sonno).
Venerdì 27 giugno
Lulu
È il transessuale della Camargue di Jean-Henry Rogier la chiave
di lettura del penultimo giorno di festival. Un festival puro e nello stesso
tempo contaminato, classico e sperimentale, ricchissimo- nonostante un clima
di palpabile austerity.
Il cinema in mostra a Pesaro, quest'anno in particolare, privilegia il video
e le arti parallele - Stereotomy
degli Alan Parson Project, i clip di Zbig Rybczynski e
Directed by Anthony Dawson.
Il cinema di Antonio Margheriti, interessante documentario di Lillo
Iacolino, accanto a Delitto sul Po
della coppia di performers più originale d'Italia, Antonio Rezza e
Flavia Mastrella.
Cartoline
Scorrono le cartoline (vere) di Bady Minck, regista
lussemburghese autrice del bel Am
Anfang war der Blick, che taglia trasversalmente la storia austriaca
per offrire uno spaccato inedito (e poco politically correct) di
un'Europa sinistramente poco unita.
La serata in piazza si chiude su Il
mestiere delle armi, di Ermanno Olmi. Il cinema che cambia, ritorna
su stesso, e si specchia.
Sabato 28 giugno
Stelle Solitarie
La stella solitaria di John Sayles chiude questa edizione
del Festival di Pesaro. Un'edizione compatta e approfondita, dove i
particolari raccontano il generale: come le conchiglie che il mare del
passato riporta a riva nel bellissimo
Lone Star, applauditissimo
dal pubblico di Pesaro, chiave di lettura di una giornata fittissima di
impegni.
I frammenti di un unicum che sono ancora i clip di Rybczynski (quelli dei
Propaganda - P-Machinery- di Ricky Lee Jones - The Real End- o degli Art of
Noise- Close to the edit-, fra gli altri), la varia umanità di un altro
pezzo di Troppolitani, serie
televisiva realizzata per rai Due da Rezza e Rastrella.
Cartoline
Le altre cartoline, suddivise per capitoli, sono quelle di un nome noto a
Pesaro, Romuald Karmakar, che visita con
196 bmp la Love Parade di
Berlino 2002. Volti e musica, con la camera fissa che testimonia i giorni di
un evento antropologicamente e sociologicamente (oltre che culturalmente, ma
quella è un'altra storia) rilevante, incastrati nella cornice del sottofondo
techno (quello del dj Mitja Prinz e delle notti di WMF e Trezor, le
discoteche più cool d'Europa).
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