
In occasione del Pesaro Film Festival 2002 tenteremo l'esperimento di
calare due addetti ai lavori - due attrici - nell'inedito ruolo di
giornaliste cinematografiche e di corrispondenti da un festival. Ma,
coerentemente con quello che da sempre è lo spirito di KINEMATRIX,
l'iniziativa intende essere sperimentale anche da un punto di vista
strettamente tecnico.
Ribadendo la nostra volontà di fare critica tentando, grazie
alle specificità del web, di avvicinarsi il più possibile
al linguaggio del cinema, a raccontare il festival saranno i volti e le
voci delle delle attrici, organizzate in una presentazione multimediale.
Il navigatore si troverà così coinvolto in un modo nuovo
di fruire l'informazione cinematografica: all'ingresso nello spazio dedicato
a Pesaro, inizierà a sentire e vedere e non dovrà leggere.
Il tutto sarà online nella serata di oggi.
Le attrici che abbiamo coinvolto in questo progetto sono CHIARA CONTI
(ancora in sala con L'ora di religione di Marco Bellocchio) e JULIA SARANO
(protagonista di Figli/Hijos di Marco Bechis).
Una scelta non casuale, ma maturata in ragione delle specificità
del Pesaro Film Festival 2002.
Una scelta che, per quanto concerne Chiara Conti, viene a configurarsi
per SIMILITUDINE
mentre per quanto riguarda Julia Sarano per OPPOSIZIONE
vediamo in che senso:
CHIARA CONTI
Le scelte professionali di Chiara, l'hanno portata a muoversi tra a) il
cinema più classico e tradizionale (L'ora di religione), b) lo
sperimentalismo più forte (The Protagonists di Luca Guadagnino)
e c) la tensione verso il cinema americano e i suoi generi più
in voga (Benzina di Monica Stambrini).
Si tratta di un percorso nel quale ci è parso di poter individuare
alcuni interessanti paralleli con le caratteristiche e le scelte del festival.
Un programma, quello di quest'anno, che è specchio di un momento
cinematografico non facile da definire, come dimostra anche l'evidente
eterogeneità delle sezioni. Soffermandoci solo sulle più
corpose si trovano infatti giustapposte: a) la tradizione italiana di
Scola, b) lo sperimentalismo di Daniel Schidt, Jay Rosenblatt e Alan Fleicher
e c) la modernità del nuovo cinema spagnolo (attento anche ai generi
USA). Un clima diametralmente opposto a quello che permetteva, trent'anni
fa, di fare di quella pesarese un'occasione di dibattito decisamente più
mirato e preciso e in cui forse anche la carriera degli attori prendeva
strade meno frastagliate.
Ci sembrava a questo punto suggestivo chiedere a Chiara, da italiana
con un curriculum "parallelo" alle proposte del festival, di
fare da filtro e giudicare il cinema che il festival ha inteso mettere
in mostra.
JULIA SARANO
Julia è argentina ma vive a Roma: si è allontanata da una
situazione politica di crisi, ma al contempo rifiuta di fare un cinema
lontano da quelle tensioni, evitando, in Italia, copioni troppo leggeri.
A lei, di lingua spagnola ma di nazionalità argentina, abbiamo
chiesto di giudicare l'evoluzione del nuovo cinema spagnolo (il primo
ad opera di una generazione totalmente post-Franco, ma anche oltre la
nuova classicità raggiunta da Almodovar), così lontano,
col suo guardare ad Hollywood e alla modernità, da quello argentino,
di cui è, con Marco Bechis, degna rappresentante.
La presenza di KINEMATRIX a Pesaro si caratterizzerà anche per
l'assegnazione di un premio (il terzo KFA - Kinematrix Film Award
- dopo Venezia e Torino 2001), che prevede, a discrezione dell'autore,
esclusivamente la pubblicazioni di estratti audio/video o parte della
sceneggiatura sulle pagine del sito. Il premio verrà assegnato
al film in grado di sintetizzare in sé le tre linee forti del
festival di cui si diceva sopra.
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