
In realtà il Kinematrix Film Award a Pesaro non dovrebbe essere
assegnato, sia per la mancanza, nelle pellicole presentate, di quella
integrazione tra approfondimento e ricerca a livello di elaborazione del
testo di partenza, da una parte, e corretto uso di nuove tecnologie audiovisuali
dall'altra, sia perché, in assoluto, non c'è un film che
meriti di essere premiato.
In brevissima sintesi, se il cinema spagnolo de-almodovariano o a-almodovariano
è effettivamente questo, non possiamo lamentarci noi italiani dei
limiti comunque evidenti della nostra produzione recente, fatta eccezione,
sia chiaro, per i noti ed episodici exploit di cui tutti parlano da alcuni
mesi/anni [Olmi e Bellocchio gli esempi più eclatanti].
Questo cinema spagnolo o è continuamente teso all'imitazione di
stereotipi narrativi d'oltreoceano, come peraltro premesso dal catalogo
del festival, o, agli antipodi, produce opere senz'anima, quando ciò
che si cerca è la definizione di un realismo che può fare
a meno, paradossalmente, non solo del testo, ma anche della m.d.p..
Da Guillermo del Toro a Marc Recha c'e un abisso, ma forse anche nel senso
di vuoto.
Quindi il nostro KFA va a due film diversissimi: EXSTASIS, almeno per
la recitazione di Javier Bardem e Federico Luppi e per un abbozzo di definizione
di doppio piano narrativo, che prende spunto da LA VITA E' UN SOGNO di
Calderon De La Barca, portato al livello di contorte dinamiche private;
EL BOLA, perché la "crew" dei ragazzini vale un altro
riconoscimento alla prova recitativa credibile e sofferta e, in secundis,
per una certa essenzialità dell'impianto complessivo, che rischia
peraltro di sconfinare in alcuni schematismi nel ritratto degli adulti.
|