THE NEW YORK FILM FESTIVAL
42ma edizione


01/17:10:2004

NEW YORK

di Silvia FORNI

TARNATION

Jonathan Caouette attraversa con questo documentario tutta la sua vita, dall'età di 8/11 anni agli attuali 32.
Questa storia potrebbe sembrare quella di tanti. Un ragazzo cresciuto senza padre, senza un punto fisso dove appoggiarsi nei momenti "no", solo con se stesso e una madre schizofrenica, paranoica, legata e ad una famiglia dall'aspetto "insano" o semplicemente non cosciente della definizione e differenza tra bene e male.
Jonathan, vivendo con i nonni materni, senza una figura familiare chiara, senza un "perché" questa debba essere la sua vita, la sua disgrazia o la sua fortuna, inizia a filmarsi e a filmare gli altri fin dall'età di 11 anni.
Con TARNATION Caouette crea un devastante, spesso scioccante, ma profondo ritratto di famiglia combinando snapshots, home movies, diari personali, confessioni, vecchi messaggi nella segreteria telefonica e temi di una magica, strafottente, sofferente e pensante "pop culture". Il regista e interprete Jonathan si trova nella perfetta posizione di chi deve decidere tra il giusto e lo sbagliato, il sì e il no, il personale e il pubblico, storia di uno, storia di tanti... forse?
Con sguardo freddo si potrebbe sottolineare che Caouette da l'impressione di voler semplicemente "fare un film" e diventare il mitico eroe moderno che racconta le disgrazie altrui e le proprie in un contesto di "real life".
Da un'altra prospettiva, quella un po' più sentimentale, il film commuove, fa riflettere sull'essere e rimanere soli, sul bisogno materno, sull'importanza della famiglia, del sopravvivere per vivere.
Girato in modo molto elementare, senza perfette inquadrature, primi piani, fuoco, in modo casuale e costante, con occhio sempre vigile sulla realtà e montato in modo spettacolare, da music video, il regista e anche editor, di questo sorprendente documentario, ci dimostra con consapevole chiarezza che (qualsiasi sia stata la sua idea iniziale) niente è perduto, come è chiaro dall'ultima frase dell'ultimo shot:

"...anche se questo è un mondo di merda, sii felice delle tue piccole conquiste..."
 

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