nododoc 3

Trieste, 06 - 11 Maggio 2009

 

di Sarah GHERBITZ

Dopo il cinema di Luigi Di Gianni, quest’anno il NodoDocFest ha rivelato il cinema di Cecilia Mangini, classe 1927, regista e fotografa decana del documentarismo italiano. L’omaggio, che ha presentato una corposa selezione dei suoi lavori più importanti dagli anni ’50 ad oggi, si è aperto con ESSERE DONNE, intenso spaccato sulla condizione del lavoro femminile nell’Italia degli anni ’60 attraverso le fabbriche del Nord e le campagne del Sud. “Al cuore di un paese”, questo il titolo della rassegna curata da Federico Rossin, è stato soprattutto l’occasione per approfondire la vasta produzione della Mangini che, pur toccando i temi più diversi, - oltre alla questione femminile anche il lavoro, il rito il consumismo, lo sport- si caratterizza per il suo sguardo appassionato sull’uomo e sulla storia, così come ha permesso di conoscere da vicino l’autrice che, forte della calorosa accoglienza da parte del pubblico, ha fatto promessa di ritornare anche l’anno prossimo.

Cornice del Festival, come di consueto, il Cinema Ariston di Trieste che nei sei giorni di programmazione ha registrato ben 7.800 presenze in sala, segno evidente della crescente popolarità del cinema documentario, oggi al centro dell’interesse di registi emergenti così come degli autori più affermati.

Filo conduttore di quest’edizione la figura femminile, vista attraverso l’opera della videasta svizzera Carole Roussopoulos, ed al centro di molti dei lavori presentati in concorso. La sezione PANORAMA ha visto in gara 13 documentari di recente produzione da Grecia, Israele, Slovacchia, Irlanda, Svizzera, Argentina, Belgio, più 3 eventi speciali fuori concorso tra cui il conferimento di un premio e le proiezioni dei documentari BELOW SEA LEVEL e BOATMAN del regista Gianfranco Rosi.
Miglior film secondo la giuria composta dagli studenti del Corso di laurea in Discipline dello spettacolo e Scienze della comunicazione dell'Università di Trieste, è DESPUÉS DEL ZAPATISMO della regista spagnola Leticia Agudo perché, come recita la motivazione, “il documentario ha esposto un tema fondamentale nella storia dell'evoluzione dell'uomo: l'emancipazione femminile, tema trattato in maniera molto delicata e con grande chiarezza espositiva. La regista è riuscita a selezionare delle immagini fondamentali e rappresentative di ciò che non appartiene al nostro mondo e alla nostra attualità. Per la semplicità del montaggio e la stretta connessione con la vita dei personaggi è stato possibile per lo spettatore lasciarsi trasportare dalle emozioni e vivere la condizione sociale dei protagonisti”. Tra gli altri film, hanno suscitato molto HAIR INDIA di Raffaele Brunetti, racconto sul culto della bellezza nell’era della globalizzazione, JAPAN A STORY OF LOVE AND HATE di Sean McAllister, storia di sopravvivenza nel Giappone della crisi economica, e PIZZA IN AUSCHWITZ di Moshe Zimerman, per la delicatezza con cui affronta uno dei capitoli più dolorosi della storia occidentale.

Accanto alla ormai consolidata sezione “ROCK&DOC” sulla new wave musicale nostrana, il festival ha visto quest’anno la nascita di “ArchINDoc”, incentrata sul rapporto poco noto tra cinema ed architettura.

A completamento dell’omaggio di NodoDocFest, prosegue tra gli spazi del Cinema Ariston e la Galleria Metro Kubo fino al 21 maggio la mostra “L’IMPERO DELL’IMMAGINE: CECILIA MANGINI FOTOGRAFA 1952-1965”. In esposizione più di 50 immagini, dalle desolate saline di Lipari alle periferie di Milano, attraverso la Firenze dei romanzi di Pratolini e i lavoratori della Val d’Arno, per concludersi con il reportage in Vietnam nel quale la Mangini raggiunge la punta più matura delle sue esperienze fotografiche.

SITO UFFICIALE

 

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Trieste, 06 - 11 Maggio 2009