2NDO NODODOCFEST
festival internazionale del film documentario

Trieste, 07-12 Maggio 2008

 

di Sarah GHERBITZ

L’ultima proiezione del NodoDocFest si è conclusa intorno alla mezzanotte, realizzando così l’attesa ‘sovrimpressione’ con l’anniversario della Legge 180 del 13 maggio 1978, meglio nota come Legge Basaglia. Da sempre specchio l’uno dell’altra, documentario e psichiatria si sono incontrati ancora una volta in occasione della proiezione di San Clemente, l’unico film girato in Italia dal fotografo e reporter francese Raymond Depardon ambientato nell’ospedale psichiatrico veneziano. Le somiglianze, ma soprattutto le ‘deviazioni’ presenti all’interno delle istituzioni sono state un po’ il filo conduttore di questa seconda edizione del NodoDocFest, a partire dall’evento di apertura con la proiezione speciale fuori concorso di State Legislature di Frederick Wiseman.

Due scelte, quella di Depardon e di Wiseman, sicuramente coraggiose, che sottolineano il carattere indipendente di una manifestazione che si muove a trecentosessanta gradi tra grandi e piccole produzioni, autori affermati e new entries, punk e psichiatria, e che pur restando di respiro internazionale, si presta bene a riflettere le molte anime della sua città.

Caratterizzata da piacevoli spazi riservati al dibattito e approfondimento sulle opere ospiti, come l’ormai quasi rituale appuntamento “Un caffè con…”, incontri dove non solo si sono commentate le proiezioni e si è discusso con gli autori delle loro pellicole, ma si è parlato anche di cosa significhi fare documentario in Italia oggi. Se da un lato l’interesse da parte del pubblico per il genere documentario registra una forte crescita, permane purtroppo il problema della distribuzione ‘a singhiozzo’ che penalizza soprattutto le sale dei piccoli centri, così come persiste la mancanza dei finanziamenti, imputabile alla scarsa considerazione da parte delle istituzioni, che invece all'estero supportano e finanziano con interventi mirati il cinema del reale, fatto per essere distribuito nelle sale insieme ai lungometraggi di finzione.

Il concorso Panorama, a cura di Manuela Buono e Fabrizio Arpesella, ha offerto uno spaccato delle nuove tendenze del documentario, con particolare attenzione verso i grandi problemi dell’Italia oggi: Biutiful Cauntri, Noi dobbiamo deciderci, Parole Sante fotografano la martoriata realtà del nostro Paese, denunciando il massacro del territorio, l’indifferenza generale di politica e istituzioni, il precariato.

Ad aggiudicarsi il Premio dell'edizione 2008, assegnato dalla giuria composta dagli studenti di Scienze della Comunicazione e Discipline dello Spettacolo dell’Università di Trieste, è stata invece la pellicola LE PAPIER NE PEUT PAS ENVELOPPER LA BRAISE di Rithy Pahn un'indagine delicata e difficile nel mondo della prostituzione femminile. Nato nel 1964 a Phnom Penh in Cambogia, da anni residente in Francia, già autore del celebrato S21, La Machine de Mort Khmère Rouge sulle torture e massacri perpetrati del sanguinario regime di Pol Pot, con questo suo ultimo Le Papier ne peut pas envelopper la braise Rithy Pahn continua il percorso sulle ferite del suo popolo mutilato filmando le conversazioni di tredici prostitute di meno di vent’anni. La giuria del NodoDocFest ha premiato Pahn proprio perché, come recita la motivazione, “nella tecnica cinematografica il regista non sovrasta le protagoniste; per il rapporto intimo che è riuscito a costruire con loro; per l'essenzialità della fotografia; per l'agghiacciante realtà che viene riportata nella quotidianità delle azioni; per la storia di una vita riportata in un gioco di bambini; per la speranza ed il sogno che infine traspaiono dal racconto, lasciando aperti spiragli di cambiamento."

Con il Premio alla Carriera a Franco Piavoli il festival ha voluto omaggiare una delle filmografie più peculiari del cinema italiano. La sezione Dietro il paesaggio, a cura di Federico Rossin, ha presentato i capolavori del regista quali Il Pianeta Azzurro, Nostos, Voci nel tempo e i suoi primi, invisibili documentari girati negli anni ’60.

Ancora, l’omaggio realizzato in collaborazione con l’Accademia di Francia-Villa Medici e l’Ambasciata di Francia a Roma a Raymond Depardon. Racconti della realtà, le Conversazioni intime con spiriti affini di Audrius Stonys, autentica scoperta del festival, e Rock&doc, quest’anno dedicata al fenomeno del punk, che ha visto proiettati, tra gli altri, Joe Strummer-The Future is Unwritten di Julien Temple e The Pied Piper of Hutzovina con protagonista il leader del gruppo gipsy punk newyorkese dei Gogol Bordello Eugene Hutz.


Evento speciale di apertura, si diceva, è stata la proiezione speciale fuori concorso dell’ultimo film del documentarista americano Frederick Wiseman, State Legislature. I suoi film sono sempre analisi di istituzioni, visti nei dettagli più minuti: il manicomio criminale (Titicut Follies, 1969), l’ospedale (Hospital), la polizia (Law and Order) fino allo sconvolgente Near Death: sette ore in un reparto di oncologia tra i malati terminali, il punto di non-ritorno nell’incontro tra l’individuo e le istituzioni. In ‘sole’ tre ore e quaranta, State Legislature illustra come funziona il processo democratico del decision-making mostrando l’attività quotidiana del corpo legislativo dell’Idaho durante un’intera sessione. Agricoltori, imprenditori, avvocati, medici, insegnanti sono osservati mentre discutono i problemi dell’elettorato, su temi come la violenza nelle scuole o la malattia della mucca pazza.

“Nel 1966,” spiega Wiseman, “ho iniziato una serie di film tematicamente legati tra loro sulla vita americana contemporanea per come essa è espressa nelle istituzioni comuni nella società americana, e che trovano un loro corrispettivo in tutte le società. State Legislature è una riflessione sulla vita dell’America contemporanea ma anche un’illustrazione e una metafora del processo democratico”.

 
L’interesse per le istituzioni e il loro funzionamento è presente anche in Reporters e San Clemente di Raymond Depardon visti a NodoDocFest e anticipatori dei suoi film ‘civici’ sulle istituzioni francesi. San Clemente, ambientato nell’ospedale psichiatrico di Venezia, è l’unico film girato in Italia dal regista francese nel febbraio del 1980, poco prima che l’ospedale cominciasse il processo di chiusura conseguente all’introduzione della legge 180. Ispirato dall’incontro con Franco Basaglia e dalla lettura di Erwin Goffman, San Clemente prosegue il lavoro di ricerca e riflessione sulla malattia mentale incominciato dallo stesso Depardon in Contacts (1977), film breve costruito attraverso i provini a contatto provenienti dai reportage sui manicomi italiani. Dieci anni dopo, San Clemente esplora le possibilità e i limiti del cinema, utilizzando gli strumenti del direct cinema americano, la macchina 16mm a spalla, e presa diretta del suono. Allora il film si apre a conflagrazioni improvvise: c’è chi afferra il microfono o cerca di mangiarselo, chi colpisce la macchina da presa o la definisce “l’ocio che te varda” (il film è in v.o. italiana e in dialetto veneziano), chi insulta i registi e chi all’improvviso li saluta con affetto commovente, chiamandoli per nome.
Mosaico lacerato, crudo, estremamente critico di immagini e di girati ritrovati, nuovi video, film, pubblicità televisive e dvd mai visti, Joe Strummer-The Future is Unwritten del regista di Sex Pistols-oscenità e furore e Glastonbury, Julien Temple, è innanzitutto un monumento d’amore verso un amico, che esplora la vita dell’uomo dietro la leggenda, i tanti e diversi aspetti di Joe prima, durante e dopo il successo dei Clash. A partire dall’idea del falò, che, coltivato come forma d’arte, per Joe Strummer era il crogiuolo, la pietra della saggezza, il Santo Graal, il più importante punto d’incontro all’aperto per far nascere nuove idee. Perfezionata dopo il leggendario falò del Glastonbury Festival - un vero villaggio, dove tutti hanno diritto alla parola - l’arte del falò continueranno poi nel Somerset, nella casa dove Joe trascorse gli ultimi anni della sua vita.

Nel film ricorre più volte l’immagine del falò che il regista così ricorda: “Proprio come allora, avevamo gente di diversa estrazione sociale seduta vicino al fuoco, che ascoltava la musica che era stata tanto importante per lui. Era un posto in cui si rilassava al calore delle fiamme (…) Facendo le interviste in questo modo ci eravamo liberati dalle inquadrature a ‘testa parlante’ dei documentari convenzionali, stavamo cogliendo il vero senso dell’amicizia e dei legami”.
Da sottolineare infine, all’interno di NodoDocFest, luogo di ‘rivelazione’ di film e cineasti, la presenza di due interessanti pubblicazioni, il catalogo della mostra Franco Piavoli. "Il dono dei sensi", visitabile ancora fino al 3 giugno a Trieste presso il foyer del Cinema Ariston, il Bar-libreria Knulp, la Libreria In Der Tat, e Luigi Di Gianni."Il culto della realtà", presentato durante un incontro speciale con l'autore ritornato a Trieste per l'occasione.
 

 

2NDO NODODOCFEST
festival internazionale del film documentario

Trieste, 07-12 Maggio 2008