GIORNO TRE, 17:03:2005
I LOVE CINEMA (BAHEB EL CIMA)
di Oussama Fawzi
Con Laila Eloui, Mahmoud Hemida, Menna Shalabi
EGITTO 2004
SEZIONE PANORAMICA SUL CINEMA AFRICANO
Ambientato nel Cairo negli anni ’60, il film
parla della lotta continua lotta fra un giovane appassionato di cinema e il
padre fanatico, convinto che questo sia un gravissimo peccato. E’ stata
davvero una bella sorpresa questa pellicola che, per certi versi, non può
che riportare alla memoria il più noto NUOVO CINEMA PARADISO.
A dire il vero I LOVE CINEMA, più che essere un doveroso omaggio alla
settima arte, è piuttosto una satira coraggiosa sull’integralismo islamico e
sugli effetti che tale esaltazione può portare all’interno di una comune
famiglia. E’ questa infatti forse la prima opera di un certo rilievo che
tratta di un tema così scottante, soprattutto considerando il forte
dibattito fra religione e cultura, attuale ora più che mai.
La sceneggiatura non si limita comunque solo a “puntare il dito”, ma crea
invece le basi per una profonda riflessione attraverso elementi comici e
grotteschi. Il periodo scelto non poi da considerarsi affatto casuale, se
consideriamo che nel periodo 1966/1967 l’Egitto ha attraversato una fase di
importante cambiamento nei vertici del governo.
VOTO 28/30
TURTLES CAN FLY (LAKPOSHTA HAM PARVAZ)
di Bahman Ghobadi
IRAN 2004
IN
CONCORSO SEZIONE LUNGOMETRAGGI
Mentre gli Stati Uniti si preparano a sferrare il primo attacco
contro L’Iraq, al giovane Kak (tredicenne curdo abile nell’uso di antenne
paraboliche) spetta il compito di portare notizie e speranze ai propri
compagni, dei profughi che vivono in un campo al confine con la Turchia. La
televisione sarà infatti l’unico strumento che potrà fungere da finestra sul
mondo.
L’incognita data dall’arrivo degli americani verrà vissuta all’inizio con un
senso di liberazione e speranza, che lascerà però ben presto spazio allo
sconforto. Già autore del bellissimo A TIME FOR DRUNKEN HORSES (ambientato
in una montagna senza nome al confine fra Iran e Iraq), Bahman Ghobadi torna
alla regia con un’opera realistica e proprio per questo inquietante. La
storia è raccontata dal punto di vista di due bambini, e questo si rivela
uno dei punti di forza della vicenda, che riesce così a raccontare una
storia di miseria e orrore attraverso l’occhio filtrato dall’ingenuità dei
protagonisti.
Il territorio minato viene ad esempio visto come un fattore positivo, che
permette di mettere in tasca qualche soldo in più per procurarsi da
mangiare. Presupposto che sta alla base del film è comunque quello che in
ogni guerra, sono i bambini quelli che soffrono prima e più di tutti.
Considerando il cast composto totalmente da non-professionisti, è mirabile
constatare come la recitazione si quasi impeccabile. E’ però ovvio che i
personaggi che gli attori si trovano in questa condizione a dover
interpretare non sono poi così lontani rispetto a ciò che questi hanno
vissuto effettivamente sulla propria pelle.
Condizione per certi versi quindi paradossalmente privilegiata nella sua
assurda metodicità.
Già vincitore del premio del pubblico al Festival del Cinema
Internazionale di Rotterdam, il film si inserisce prepotentemente nella
lista dei possibili vincitori della sezione Lungometraggi.
Si tratta infatti di una delle migliori pellicole sul dramma della guerra
degli ultimi anni; il regista riesce infatti a più riprese a dare
l’impressione di osservare questi eventi, piuttosto che vederli
semplicemente proiettati su di un lungo telo, e questo (nonostante spesso e
volentieri ce ne si dimentichi) è poi il presupposto fondamentale che sta
alla base della tanto decantata “Movie Magic”, la magia del cinematografo.
VOTO 29/30
GIORNO DUE, 16:03:2005
LA NUIT DE LA VERITE
di Fanta Regina Nacro
Con Moussa Cissé,Naky Sy Savane,Georgette Paré
BURKINA FASO 2004
in
CONCORSO SEZIONE LUNGOMETRAGGI
In un paese africano innominato (e forse inesistente) i capi di due
etnie,protagoniste di conflitti che sfociano in guerra civile, decidono di
collaborare con l’obiettivo di raggiungere una serena convivenza. Il
processo di pace verrà però interrotto dalla moglie del Presidente, che non
ha mai perdonato la crudele trucidazione del proprio figlio e che per questo
è pronta a farsi giustizia da sola.
Già vincitrice del premio per la miglior sceneggiatura a San Sebastian nel
2004, la pellicola risulta una azzeccata riflessione su un tema purtroppo
ancora presente in molti paesi del continente nero. Tecnica più che
discreta, così come l’interpretazione.
VOTO 25/30
ARAFAT MY BROTHER
di Rachid Masharawi
Palestina 2004
IN
CONCORSO SEZIONE DOCUMENTARI
Attraverso il racconto/intervista a Fathi Arafat (fratello più
giovane del più noto ex leader palestinese), il regista riesce a ricostruire
in modo privilegiato il ritratto di uno degli uomini più influenti del
secolo appena passato, riuscendo allo stesso modo a presentare efficacemente
la storia di un intero Paese. Documentario vecchio stile (pre-Moore quindi),
che mentre affronta un argomento spinoso come la questione del Medio Oriente
e riesce anche toccare anche il dramma del cancro (Fathi è infatti malato
terminale). Clou del settantacinque minuti della pellicola, l’incontro del
regista Rachid Masharawi con Yasser a Ramallah.
VOTO 26/30
THE IMPORTANCE OF BEING ELEGANT
di George Amponsah e Cosima Spender
UK, FRANCIA, GHANA 2004
IN
CONCORSO SEZIONE DOCUMENTARI
Finalmente anche un po’ di umorismo in questa nuova edizione
dedicata al cinema Africano. Uno sguardo ironico e pungente rivolto ai
Sapeurs: congolesi immigrati in Francia che hanno come unica ragione di
vita la moda dei più noti stilisti, fra cui diversi italiani come Roberto
Cavalli e soprattutto Dolce & Gabbana. Quello che però potrebbe sembrare
solo un innocuo sberleffo nei confronti di una categoria a dir poco
originale, si rivela anche essere un’affermazione d’identità. La ricerca di
stile a tutti costi non è altro che un modo come un altro per sfuggire
all’anonimato e garantirsi un posto, come dimostra l’osservazione del
celebre musicista Papa Wemba, leader assoluto di questo curioso gruppo di
immigrati in terra straniera.
VOTO 28/30
AU-DELA DU TEMPS
di Jean-Chris Semutakirwa e Serge
Zeitoun
Mali, Francia 2004
IN
CONCORSO SEZIONE CORTOMETRAGGI AFRICANI
Due donne appartenenti a generazioni opposte si confidano.
L’anziana signora prodiga di consigli ricorderà con gioia alla giovane la
storia della sua vita e di un matrimonio impostole dalle convenzioni sociali
dell’epoca. Cortometraggio leggero, ma nonostante tutto abbastanza godibile
che sembra avere come morale l’affermazione della felicità personale a tutti
i costi a prescindere da età e contesto sociale.
VOTO 25/30
GIORNO UNO, 15:03:2005
U-CARMEN EKHEAYLITSHA
di Mark Dornford-May
Con Sibulele Mjali, Andries Mbali, Lungelwa Blou
SUDAFRICA 2004
IN CONCORSO SEZIONE LUNGOMETRAGGI
La quindicesima edizione del Festival del Cinema
Africano si apre col botto,e nella serata inaugurale viene subito presentato
il fresco vincitore dell’edizione appena passata del festival di Berlino:
U-CARMEN EKHEAYLITSHA di Mark Dornford-May.
Passato giustamente alla storia come il primo e
unico film sudafricano a vincere l’orso d’oro (e solo il secondo a essere
entrato in competizione dopo “MARIGOLDS” del 1980), la pellicola è
l’ennesimo adattamento della Carmen (che debuttò per la prima volta nel
1875), ambientata però ai giorni nostri, nella township di Khayelitsha a
Città del Capo e interamente in lingua xhosa (tanto per rendere l’idea,
quella caratterizzata da frequenti schiocchi di lingua).
Se l’idea sulla carta potrebbe apparire
piuttosto discutibile e perlomeno bizzarra, sul grande schermo questa si
traduce in un esperienza visiva senza precedenti.
Le maestose coreografie e la fotografia
coloratissima (di Giulio Biccari) traggono vantaggio dallo squallore urbano
per creare un’atmosfera familiare ed esotica al tempo stesso. Anche la
colonna sonora è abbastanza eclettica (ma non potrebbe essere altrimenti), e
comprende le classiche melodie dell’opera di Bizet, registrate da un
un’orchestra composta da un gruppo di giovani sudafricani in vena di
sperimentazioni. La storia d’amore e morte del testo originale rimane
generalmente invariata, e nonostante tutto Carmen (tabaccaia di periferia) è
una figura realistica e padrona del proprio destino.
L’opera prima del regista Mark Dornford-May è
dunque un successo su tutti i fronti, che a differenza di Berlino, partirà
in questa competizione con i favori del pronostico.
VOTO 27/30
La prima giornata di proiezione ha poi
presentato le seguenti opere:
POUR LA NUIT di Isabelle
Boni-Claverie (Francia/Costa D’avorio 2004), IN CONCORSO SEZIONE
CORTOMETRAGGIO:
La storia di Muriel, che tornata a casa dopo
diversi anni per il funerale della madre, si scontrerà col padre anche a
causa di incomprensioni culturali.
Una notte girovagando senza meta in cerca di
risposte la protagonista si ritroverà accanto ad un affascinante
sconosciuto.
VOTO 25/30
DANCING WIZARD di Caroline Kamya
(Uganda 2004), IN CONCORSO SEZIONE DOCUMENTARI AFRICANI
Breve episodio della serie: "Extraordinary
People Extraordinary Lives", tratta di un anziano maestro di danza, che
nonostante gli 80 anni di età continua ad affrontare la vita con insolita
energia. Quasi Astratto, ma poca sostanza.
VOTO 20/30
FEMI KUTI di Rafael Frydman
(Francia/Nigeria 2004), FUORI CONCORSO
Un lungo video musicale dedicato a Femi Kuti,
musicista e gestore di un locale che funge da luogo di ritrovo per giovani
che coltivano lo stesso appassionante interesse.
VOTO 26/30
BROWN di Kali Van Der Merwe (SUDAFRICA
2004), IN CONCORSO SEZIONE DOCUMENTARI AFRICANI
La musica come ricerca della propria identità e
di memorie perdute.
La cantante Ernestine Deane si avventura in un
viaggio alla ricerca delle proprie origini,scoprendo il triste passato dei
proprio avi.
VOTO 27/30
Allo Spazio Oberdan si è poi tenuto un doveroso
omaggio a Aryan Kaganof, regista sudafricano di corti, fiction e
documentari. Artista emergente e sperimentale che nelle proprie opere lascia
parecchio spazio alle immagini. Quasi un giovane Brakhage, anche se alcuni
cortometraggi ricordano i filmini più onirici di Lynch.
Proiettate le seguenti opere del regista, tutte
del 2004 (a parte AT LAST I AM FREE) e inferiori ai dieci minuti di durata:
AT LAST I AM FREE
CASBAH AND BACK
NIGGA
A PERFECT DAY
REICH DANCE REDEMPTION
REVERIE
SEASCAPE
SELF-PORTRAIT WITH NANNY
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