festival del film di locarno

65.ma edizione

 

Locarno 01 / 11 agosto 2012

 

recensioni

di Chiara TOGNOLI

> DER GLANZ ... di Tizza Covi, Rainer Frimmel

> LEVIATHAN di L. Castaing-Taylor, V.Paravel

> RIO di Sarah Morris

> APE di Joel Potrycus

> LE FILLE DE ... di Jean-Claude Brisseau

> BACHELORETTE di Leslye Headland

> SOMEBODY UP THERE ... di Bob Byington
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CAMILLE REDOUBLE di Noemi Lvovsky

> VIRGIN TALES di Mirjam Von Arx

> HANNES PUSSY SCHMIDHAUSER di V.Tognola

> TUTTI GIù di Niccolò Castelli

> NO di Pablo Lorrain

 

CAMILLE REDOUBLE
di Noemi Lvovsky
Francia 2012, 115'

 

Piazza Grande

27/30

Camille è in crisi profonda, viene lasciata dal marito e ha seri problemi con l’alcol. Decide di passare la notte di capodanno a casa delle ex compagne di scuola. Svenuta dopo l’ennesima sbronza si risveglierà nel passato, all’epoca in cui aveva 16 anni, ritrovando i genitori, le amiche e il futuro marito Eric. L’idea vincente di questa commedia tenera e divertente è il fatto che Camille ed Eric mantengano il loro corpo di cinquantenni, ma vestano i panni di giovani adolescenti anni ’80, espediente che genera situazioni esilaranti, come la festa a casa delle amiche o l’arrivo a scuola. Camille non si farà sfuggire l’occasione di rivivere la propria storia per evitare di fidanzarsi con Eric e scampare al divorzio, ma il destino, si sa, è ineluttabile. Altra trovata è il risvolto fantascientifico con il delizioso professore di astrofisica che si innamora della ragazza venuta dal futuro. Meritato il Prix Variety, premio assegnato da una giuria composta da critici dell’omonima rivista ad opere presentate in prima internazionale che uniscono qualità artistiche ad un elevato potenziale commerciale.

NO

di Pablo Lorrain
Cile/Stati Uniti/Messico 2012, 108'

 

Piazza Grande

26/30

Pablo Lorrain, autore del film rivelazione Tony Manero, affronta il racconto poco frequentato della caduta del dittatore Pinochet che, nel 1988, indisse un referendum relativo alla propria candidatura per i successivi otto anni. Il protagonista è un coraggioso e geniale pubblicitario, Renè Saavedra, a cui viene dato l’incarico di gestire la campagna per il No, contro l’elezione di Pinochet. Il film racconta come la svolta storica si fosse giocata a suon di immagini, confermando il potere mediatico della televisione e rivelando come le tecniche di persuasione legate a concetti commerciali abbiano funzionato per determinare l’inaspettata vittoria del No. Il film è stato girato con una telecamera del 1983 in formato 4:3 che ci riporta immediatamente alle atmosfere estetiche di quel periodo e che ben si amalgama ai materiali di repertorio utilizzati nel film. La regia magistrale di Lorrain tiene il pubblico in una costante tensione e conferma il talento narrativo di uno dei più interessanti registicontemporanei.

RIO

di Sarah Morris
Stati Uniti 2012, 90'

 

Fuori Concorso

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Il festival dedica una retrospettiva all’artista visiva e pittrice Sarah Morris. La sua indagine riguarda il rapporto tra ambiente, psicologia e politica. La Morris è presente per la presentazione in prima mondiale del film Rio. Spiega di aver studiato nei suoi film la struttura urbanistica e architettonica di varie città grazie anche al confronto con importanti architetti come per esempio Oscar Niemeyer. Oltre a Rio l’artista ha girato film su Pechino, Miami e Los Angeles, in cui si ritrovano parallelismi dovuti ad una sorta di corsi e ricorsi storici dipinti dalla Morris in sorta di sinfonia urbana.

VIRGIN TALES
di Mirjam Von Arx

Svizzera 2012, 87'

 

Appellations Suisse

25/30

La regista Mirjam Von Arx ha seguito per due anni la famiglia Wilson capeggiata dal padre Randy, evangelista cristiano e fondatore del Purity Ball, un ballo di iniziazione in cui le fanciulle promettono di mantenere la castità fino al matrimonio e, secondo una nuova proposta dello stesso Randy Wilson, di aspettare le nozze anche per il primo bacio.
Il documentario propone due punti di vista, quello dei figli di Randy, sei femmine e un maschio, e quello dei genitori. Il tutto intrecciato con le conseguenze socio-politiche che le norme di vita del credo evangelico comportano, l’impegno politico di Randy Wilson per portare avanti gli ideali contro l’aborto, i gay e a favore di un patriottismo legato al regime militare e conservatore. I fidanzati delle figlie più grandi, scelti insieme ai genitori, sono soldati in Afghanistan, e anche il loro vissuto entra a far parte del racconto in un affresco non solo di vita quotidiana di una famiglia del Colorado, ma si allarga ad un vero e proprio spaccato d’America. Efficace l’uso della telecamera webcam usata dalle figlie per raccontarsi, un mezzo espressivo che fa cadere il velo della narrazione e permette un contatto diretto con il pensiero e il sentimento delle giovani impegnate ad affrontare il fatidico momento del Purity Ball.

HANNES PUSSY SCHMIDHAUSER
di Viktor Tognola
Svizzera 2012, 101'

 

Histoire(s) du cinema

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“Attore, Calciatore, Sonny Boy, Agente Segreto… la straordinaria vita di un eroe popolare svizzero”. Così recita l’accattivante presentazione del documentario dedicato ad Hannes Schmidhauser, personaggio peculiare molto amato in Ticino per le sue doti di calciatore e in Svizzera per il suo ruolo in Uli il contadino e Uli il mezzadro. La sala è gremita di amici e parenti e presenziano le autorità dei comuni limitrofi a Locarno, luogo in cui Hannes visse negli ultimi anni, che hanno contribuito finanziariamente alla realizzazione del documentario. Il film, costruito attraverso interviste e materiali di repertorio, si regge su lavoro di montaggio non particolarmente originale e in alcuni casi prolisso, ma che riporta con grande amore le avventure di una persona appassionata, leale e intraprendente, restituendo al pubblico bellissime immagini di repertorio delle partite della Nazionale Svizzera (di cui Hannes fu anche capitano), curiose trasmissioni televisive dal sapore elvetico e i film di cui fu protagonista.

Commovente l’episodio finale di Hannes che incontra Charlie Chaplin.

LEVIATHAN
di Lucien Castaing-Taylor, Verena Paravel

Gran Bretagna/Stati Uniti/Francia 2012, 87'

 

Concorso Internazionale

30/30

Film di difficile collocazione, Leviathan potrebbe essere classificato come documentario d’osservazione, dove ad osservare non è più solo il regista ma gli stessi protagonisti, i pescatori e il mare che diventano parte del processo creativo del racconto. Il film è girato a bordo di un peschereccio e descrive la durezza del lavoro e l’attrito tra uomo e natura. La forza del film deriva dall’aver usato la tecnologia delle piccole telecamere Go Pro, nate per riprese sportive, ed ora declinate ad uso narrativo per le loro spettacolari potenzialità visive. Una dozzina di telecamere sono state legate, lanciate, attaccate ai caschi dei pescatori in una sorta di multisoggettiva che trascina lo spettatore in un mondo fatto di forza, violenza, sangue, suoni oscuri, rumori assordanti. Il montaggio gioca sul ribaltarsi dei punti di vista, non è solo l’uomo che guarda il mare, ma il mare che guarda gli uccelli, gli uccelli che guardano i pesci, i pesci che guardano lo spettatore che si ritrova implicato in un coinvolgimento fisico, fino quasi a sentire l’odore di sale.

LE FILLE DE NULLE PART
di Jean-Claude Brisseau
Francia 2012, 91'

 

Concorso Internazionale

28/30

Unico film francese in concorso è la storia, fortemente autobiografica, di un uomo solo e anziano che tira le fila della propria esistenza in una sorta di dibattito col proprio alter ego rappresentato da una giovane misteriosa. Michel salva la ragazza da un aggressore e la ospita per qualche giorno nella grande casa ereditata dalla moglie. Lui sta lavorando ad un libro sulle credenze che influenzano la psicologia umana e ne fa leggere degli estratti alla ragazza di cui subisce il fascino, anche perché dal suo arrivo succedono eventi inspiegabili nella casa, rumori sinistri, oggetti spostati. Girato a bassissimo budget il film ha un approccio quasi amatoriale ma trasuda un amore per il cinema e per le possibilità comunicative dell’immagine che trascendono l’estetica.

BACHELORETTE
di Leslye Headland

Stati Uniti 2011, 87'
 

Piazza Grande

20/30

Opera Prima della regista americana Leslye Headland il film viene presentato in prima internazionale in Piazza Grande in presenza delle tre bellissime star Lizzy Caplan, Kirsten Dunst, Isla Fisher che si scusano in anteprima per le situazioni scabrose davanti a cui si troverà il pubblico. La regista ha alle spalle una produzione teatrale ispirata ai sette vizi capitali e al suo primo film non abbandona il tema raccontando i vizi di tre scurrili ex compagne di scuola costrette a presenziare al matrimonio della loro peggiore compagna detta “faccia di maiale” che, sposandosi prima delle tre femme fatale, scatenerà la loro invidia durante una folle notte di caos a base di alcol, droga e sesso con ex fidanzati. La commedia, pur volendo denunciare il malessere di una generazione di ragazze cattive ma solo in superficie, rimane essa stessa in superficie non suscitando la necessaria empatia né con le diavolesse né con la povera “faccia di maiale”. Unica eccezione il personaggio di Lizzy Caplan, vera esplosione di energia del film.

TUTTI GIù

di Niccolò Castelli
Svizzera 2012, 98'

 

Cineasti del presente

25/30

Il pubblico ha accolto molto calorosamente la prima internazionale del film ticinese girato quasi interamente a Lugano, luogo di nascita e di residenza del regista Niccolò Castelli. Il film intreccia le storie di tre adolescenti, Chiara, una campionessa di sci, Jullo, un asso dello skate e Edo, talentuoso quanto tormentato writer. “I tre protagonisti posseggono un talento che però non sanno come usare, non capiscono in che direzione debbano andare le proprie vite. Il finale del film è un’epifania che dipana le loro storie” spiega Castelli che dichiara di aver scelto Lugano per una propria visione di un cinema “neorealista”.
Grazie a una regia che si avvicina ai personaggi senza pregiudizi ed a una colonna sonora che aderisce perfettamente ad ogni stato d’animo, il film riesce a toccare con delicatezza i toni impalpabili della solitudine, del malessere e di quell’amaro senso di estraneità che caratterizzano la giovinezza, pur con qualche caduta retorica sul finale.

 SOMEBODY UP THERE LIKES ME
di Bob Byington
Stati Uniti 2012, 75'

 

Concorso Internazionale

20/30

Max è un 35enne dal look fuori dal tempo che lavora come cameriere in un ristorante. Dopo il fallimento matrimoniale con la prima moglie si risposa con la collega Lyla, da cui avrà un figlio. Questi avvenimenti tuttavia non sembrano scuoterlo dalla propria visione scettica e distaccata della vita. Il macguffin che fa girare il film dovrebbe essere una misteriosa valigia donata dal padre a Max, grazie al cui contenuto il protagonista non invecchia mai. Più che a generare conflitti tra i personaggi l’espediente serve a creare un’atmosfera surreale ed un tono quasi da sogno, rafforzato dall’uso di grafiche di animazione tra un capitolo e l’altro del racconto. Dopo un incipit frizzante di battute ben giocate sull’equivoco, il film perde di grinta e fa perno soprattutto sull’ottima interpretazione del protagonista, Keith Poulson, e sulla mescolanza del genere grottesco con il dramma esistenziale.

APE
di Joel Potrycus
Stati Uniti 2012, 86'
 

Cineasti del presente

28/30

Ottima prova per il primo lungometraggio di Joel Potrycus, già regista di vari cortometraggi girati in 8 mm. Caustico, amarognolo e divertente, Ape è il ritratto di un giovane rappresentate della generazione dei trentenni senza futuro ma con tante idee che si arrabattano perché non vogliono un lavoro fisso ma possiedono un talento che non sanno come far fruttare. Trevor è un giovane cabarettista a cui rubano le battute che, per dimenticare le amarezze del lavoro e le ingiustizie della società, si diletta a dar fuoco al giardino dei vicini a ad ascoltare musica a tutto volume. Un giorno una delle battute del suo show si avvera: incontrerà il diavolo con cui stipulerà un patto fatale.
Girato a bassissimo budget in Canon 60D e montato in imovie, il film dimostra come il contenuto conti più della forma, grazie a una regia fresca che si sofferma abilmente sulle azioni e sulle espressioni del protagonista, sprofondato in un immaginario tutto anni ’90 a partire dalla colonna sonora con gli Antrax, Pahntomas, Public Enemy. Perfetta l’interpretazione di Joshua Burge.

DER GLANZ DES TAGES
di Tizza Covi, Rainer Frimmel
Austria 2012, 90'

 

Concorso Internazionale

27/30

Dopo il successo de La Pivellina premiato alla "Quinzaine des Realisateurs" nel 2009, l'ultimo lavoro di Tizza Covi e Rainer Frimmel conferma l'efficacia del loro originale metodo di lavoro che si basa su una sorta di improvvisazione sull'attore e sulla innegabile sensibilità dei registi nell'immergersi con delicatezza e profondità nelle situazioni che decidono di raccontare. Il film descrive il rapporto tra zio e nipote, il primo ex circense, il secondo attore di spicco della scena teatrale tedesca. I due impareranno a conoscersi e affronteranno col sorriso una pericoloso avventura in nome di un'umanità che ancora persiste, nonostante le contraddizioni della “globalizzata” società occidentale.

SITO UFFICIALE

 

65.mo festival di locarno

Locarno 01 / 11 agosto 2012