festival del film di locarno 65.ma edizione
Locarno 01 / 11 agosto 2012
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conversazioni con... |
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> HARRY BELLAFONTE (Pardo alla carriera) > EDOARDO GABBRIELLINI (PADRONI DI CASA) > GAEL GARCIA BERNAL (NO) |
harry belafonte
65.mo Festival di Locarno |
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kmx
Come ha iniziato la sua carriera? Come spiega il rapporto tra
arte e politica?
HB
Prima di questo film la gente di colore era considerata come
subumana, senza una propria storia, una propria cultura, dei valori. Otto
Preminger era contrario a tutto questo e fece un film molto pericoloso per
quel periodo. Il film fu girato in dieci giorni e una cosa molto difficile
fu cantare in playback perché i diritti dei brani di Bizet non potevano
essere alterati per cui noi cantavamo in playback su altre voci. Prima di
questo film i ruoli delle persone di colore erano minori e sminuenti, erano
camerieri, servitori donne brutte e sottomesse, prima di
Carmen Jones non si era mai
vista sullo schermo una bella donna intelligente e affascinante.
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Protagonista di NO di Pablo Lorrain |
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Gael Garcia Bernal incontra il pubblico di
Locarno in occasione del suo invito in Piazza Grande per ritirare il premio
alla carriera Excellence Award Moët & Chandon. Bernal parla del suo ultimo
film “No” di Pablo Larraín, presentato in Piazza Grande l’ 8 di agosto, e
racconta vicende e suggestioni dalla propria carriera cinematografica.
GGB Non avrei mai pensato di fare cinema,
adoravo fare l’attore a teatro ma pensavo che sarebbe rimasto un hobby, che
avrei fatto il medico professionista e l’attore amatoriale. Una sera durante
uno spettacolo mi ha visto Alejandro González Iñárritu e mi ha voluto nel
suo film, Amores Perros. Da lì è cominciata la mia avventura, quel film ha
cambiato la vita a molti che ci hanno lavorato, ma solo dopo aver recitato
in Y tu mamá también ho deciso di dedicarmi seriamente al cinema, non avrei
potuto fare il medico amatoriale!
GGB Alberto mi manca moltissimo,
purtroppo è scomparso l’anno scorso e per me è stato un grande maestro. Era
sempre pieno di energia e di positività, davvero un grande uomo.
GGB Lo spagnolo è la mia lingua madre e
mi permette di arrivare al personaggio con una maggiore velocità e facilità.
Con l’inglese mi sento più insicuro e soprattutto ho bisogno di più tempo
per arrivare a definire un personaggio. Bisogna affrontare le due lingue
diversamente, perché in inglese per cambiare il senso di una frase bisogna
agire sugli accenti, mentre in spagnolo è necessario cambiare la costruzione
di una frase. Comunque penso che una volta arrivati a capire il personaggio
e a dargli un’ identità la lingua passa in secondo piano, non ha più
importanza.
GGB Sì, avevo girato un film con degli
amici, ma era più un esercizio, non molto riuscito effettivamente! Farò
sicuramente un altro film da regista, ho in mente un progetto che devo
ancora scrivere, ma non ne parlo perché nel cinema più parli di un progetto
e meno si realizza, è una regola!
GGB Il fatto di viaggiare e conoscere
molte persone. Mi piace moltissimo vedere paesi nuovi e questo lavoro mi ha
permesso di visitare luoghi in cui non avrei mai pensato di andare, per
esempio in Georgia quando ho girato The Loneliest Planet
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EDOARDO
GABBRIELLINI PADRONI DI CASA Italia 2012, 90'
Concorso Internazionale |
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Con Valerio Mastandrea, Elio Germano, Gianni Morandi, Valeria Bruni
Tedeschi
EDOARDO GABBRIELLINI (EG)
Avendo scritto la sceneggiatura con Valerio era quasi tutto sottinteso,
Gianni invece si è totalmente reso disponibile al regista dando grande
fiducia al film.
VALERIA BRUNI TEDESCHI Il mio personaggio, Moira, la moglie del cantante Fausto Mieli, ha una
malattia grave di cui non abbiamo voluto approfondire le cause o i sintomi,
la cosa importante è che nonostante questa malattia impedisca alle persone
di parlare, Moira riesca a dire due parole: “bello” e “brutto”. La persona a
cui mi sono ispirata, e a cui dedico idealmente il film, è in grado infatti
di pronunciare solo due parole, “yes” e “no”.
EG
Sì, per noi non era importante che tutto fosse spiegato, l’ambiguità fa
parte del film.
GIANNI MORANDI
Credo proprio di sì. Nel film la situazione è esasperata, dato che il
protagonista abbandona le scene da cantante per stare vicino alla moglie
malata, ma il desiderio di tornale alla ribalta lo renderà cinico e lo
porterà quasi ad odiarla. Tuttavia io stesso ho vissuto dieci anni di
lontananza dal lavoro, forse non avevo cose interessanti da dire o forse il
pubblico si era annoiato, poi mi è capitata un’occasione per cui ho ripreso
a cantare, a fare televisione ecc.
ELIO GERMANO
Con Valerio ci conosciamo da una vita eppure è stato interessante
confrontarsi perché eravamo tutti attori provenienti da generi diversi e da
esperienze eterogenee. Non che esista un attore uguale a un altro ma in
questo caso in particolare si sono mescolati svariati vissuti professionali. EG Gli direi di avere molta molta pazienza e di crederci profondamente…
EG Mi interessava creare un’atmosfera romanzesca, da fiaba del tipo “C’era una volta in un’estate…”, in questo senso la campagna mi ha aiutato a stilizzare questo concetto. Mi sono ispirato per esempio a Grizzly man di Herzog |
65.mo festival di locarno Locarno 01 / 11 agosto 2012
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