festival del film di locarno

65.ma edizione

 

Locarno 01 / 11 agosto 2012

 

conversazioni con...

di Chiara TOGNOLI

> HARRY BELLAFONTE (Pardo alla carriera)

> EDOARDO GABBRIELLINI (PADRONI DI CASA)

> GAEL GARCIA BERNAL (NO)

 

harry belafonte
Pardo alla carriera

 

65.mo Festival di Locarno

 

kmx Come ha iniziato la sua carriera? Come spiega il rapporto tra arte e politica?

HB
Vorrei specificare una cosa perché molti cercano di inquadrarmi in un contesto per loro più facilmente comprensibile ma vorrei dire che io sono un attivista che poi è diventato un artista, non un artista che è diventato attivista. Ho conosciuto molto giovane il teatro, avevo 20 anni. Sono entrato in una scuola dove avevo come compagni di classe grandi attori, Marlon Brando, Tony Curtis, Walter Matthau. Il più importante per me è stato Marlon Brando, era drammatico, inventivo e siamo tutti cresciuti grazie a lui. Lui sceglieva con grande attenzione i film a cui partecipare portando avanti lo scopo di essere d’aiuto alla condizione umana. Paul Robeson diceva che l’artista deve fare da tramite con la verità, ha un ruolo sociale fondamentale per affermare i diritti civili, la dignità umana e io ho cercato per tutta la mia vita di portare avanti questi ideali.


kmx Ci parla di Carmen Jones, il suo primo film di grande successo?
 

HB Prima di questo film la gente di colore era considerata come subumana, senza una propria storia, una propria cultura, dei valori. Otto Preminger era contrario a tutto questo e fece un film molto pericoloso per quel periodo. Il film fu girato in dieci giorni e una cosa molto difficile fu cantare in playback perché i diritti dei brani di Bizet non potevano essere alterati per cui noi cantavamo in playback su altre voci. Prima di questo film i ruoli delle persone di colore erano minori e sminuenti, erano camerieri, servitori donne brutte e sottomesse, prima di Carmen Jones non si era mai vista sullo schermo una bella donna intelligente e affascinante.

kmx Quale pensa sia il ruolo nella società di un Festival del cinema?


HB Credo che un festival debba perseguire vari scopi. Oltre all’opportunità di essere premiati e di ricevere la generosità del pubblico, credo che la cosa più importante sia avere la possibilità di essere ascoltati e di dire cose importanti. Forse per le mie origini so cosa significa non avere la possibilità di esprimersi, di non avere voce in capitolo. In questo senso la prima fase della mia vita fu influenzata da tre persone. La prima è stata Eleonor Roosvelt, la moglie del Presidente Roosvelt, una donna di grande intelligenza e sensibilità che lottava per la dignità e l’uguaglianza. Mi chiese di lavorare con lei nella sua missione. L’altra persona è Paul Robeson, un grande attivista per i diritti dei neri, una persona che parlava 22 lingue tra cui molte lingue africane e asiatiche. Nelle sue canzoni metteva queste lingue e ancora oggi sono cantate in tutto il mondo.
La terza persona è Martin Luther King. Era una persona acculturata, aveva una laurea e aveva studiato teologia, una teologia non solo teorica ma legata al benessere dell’uomo. Ho capito quanto influenza avessero gli Stati Uniti, l’apartheid in Africa è un concetto importato dagli Stati Uniti, è qui che è stato inventato il concetto di distinzione delle razze dal colore della pelle.
Il ruolo dell’artista è quello di usare i propri mezzi per far cominciare le persone. Dopo la mia esperienza in Germania dell’est ho capito che dovevo far parlare le parti opposte fra di loro. Ho capito che devo parlare non solo con le persone che mi amano ma anche con quelle che mi odiano. Bisogna cercare di parlare soprattutto con i nemici, in America ho incontrato persino il Ku Klux Klan.

kmx Vorrei sapere quale era il suo rapporto con Miriam Makeba nella vostra lotta per i diritti civili


HB Conobbi Miriam sul set di un film sulla storia vera di tre immigrati politici fuggiti dal Sud Africa. Lei venne in America per parlare alle persone con la sua musica, parlava dell’Africa e ha influenzato molti artisti in America. Se hai la capacità di usare la tua posizione per dire cose giuste il pubblico ti premierà e questo è quello che è successo per Miriam Makeba

kmx Cosa può fare oggi il cinema?


HB Credo che la funzione dei cantanti e dei registi sia raccontare l drammi che succedono a causa del capitalismo, delle dinamiche legate alle banche. Il dramma del Sudan per esempio, tutto questo ha conseguenze in tutto il mondo. Bisogna parlare di come il potere corrompa tutto, Wall Street, la Svizzera, le banche, la religione, la cultura. Chi racconta queste cose nei film, nei libri, nelle canzoni sono gli artisti.

GAEL GARCIA BERNAL

 

Protagonista di NO

di Pablo Lorrain

 

Gael Garcia Bernal incontra il pubblico di Locarno in occasione del suo invito in Piazza Grande per ritirare il premio alla carriera Excellence Award Moët & Chandon. Bernal parla del suo ultimo film “No” di Pablo Larraín, presentato in Piazza Grande l’ 8 di agosto, e racconta vicende e suggestioni dalla propria carriera cinematografica.

kmx Dopo l’incontro con Harry Belafonte in cui tanta importanza è trapelata sul ruolo civile e sociale dell’artista, non possiamo non chiederle cosa ne pensa di questo aspetto, della responsabilità morale di un attore.


GGB Penso che ogni attore abbia implicitamente una grande responsabilità. Il motivo per cui ho volute fare questo mestiere è perchè permette di entrare in contatto con tutto, con tante realtà, questo è bellissimo ma comporta anche una grande responsabilità. Anche se so che molti attori non sarebbero d’accordo io la penso così.

kmx Come è cominciata la sua carriera?
 

GGB Non avrei mai pensato di fare cinema, adoravo fare l’attore a teatro ma pensavo che sarebbe rimasto un hobby, che avrei fatto il medico professionista e l’attore amatoriale. Una sera durante uno spettacolo mi ha visto Alejandro González Iñárritu e mi ha voluto nel suo film, Amores Perros. Da lì è cominciata la mia avventura, quel film ha cambiato la vita a molti che ci hanno lavorato, ma solo dopo aver recitato in Y tu mamá también ho deciso di dedicarmi seriamente al cinema, non avrei potuto fare il medico amatoriale!

kmx Cosa ha imparato da Alberto Granado lavorando in I diari della motocicletta?
 

GGB Alberto mi manca moltissimo, purtroppo è scomparso l’anno scorso e per me è stato un grande maestro. Era sempre pieno di energia e di positività, davvero un grande uomo.

kmx Sia che lei reciti in inglese o in spagnolo dalle sue interpretazioni trapela sempre una grande onestà. In questo senso come lavora rispetto alle due lingue?
 

GGB Lo spagnolo è la mia lingua madre e mi permette di arrivare al personaggio con una maggiore velocità e facilità. Con l’inglese mi sento più insicuro e soprattutto ho bisogno di più tempo per arrivare a definire un personaggio. Bisogna affrontare le due lingue diversamente, perché in inglese per cambiare il senso di una frase bisogna agire sugli accenti, mentre in spagnolo è necessario cambiare la costruzione di una frase. Comunque penso che una volta arrivati a capire il personaggio e a dargli un’ identità la lingua passa in secondo piano, non ha più importanza.

kmx Ha una casa di produzione per cui ha girato un film da regista. Ha intenzione di tornare dietro la macchina da presa?
 

GGB Sì, avevo girato un film con degli amici, ma era più un esercizio, non molto riuscito effettivamente! Farò sicuramente un altro film da regista, ho in mente un progetto che devo ancora scrivere, ma non ne parlo perché nel cinema più parli di un progetto e meno si realizza, è una regola!

kmx Cosa le piace del suo mestiere?
 

GGB Il fatto di viaggiare e conoscere molte persone. Mi piace moltissimo vedere paesi nuovi e questo lavoro mi ha permesso di visitare luoghi in cui non avrei mai pensato di andare, per esempio in Georgia quando ho girato The Loneliest Planet

kmx Ultima domanda, come va con la box?!


GGB La box è il mio sport preferito e la pratico da anni, in Messico è un’istituzione per tutti. Per me è molto utile, quando prendi un bel colpo sul naso ti si aprono nuovi orizzonti!

EDOARDO GABBRIELLINI
e il cast di

PADRONI DI CASA

Italia 2012, 90'

 

Concorso Internazionale

 

Con Valerio Mastandrea, Elio Germano, Gianni Morandi, Valeria Bruni Tedeschi

kmx Come è stato lavorare con Valerio Mastandrea, Elio Germano e Gianni Morandi?
 

EDOARDO GABBRIELLINI (EG) Avendo scritto la sceneggiatura con Valerio era quasi tutto sottinteso, Gianni invece si è totalmente reso disponibile al regista dando grande fiducia al film.

kmx  Come avete sviluppato il personaggio di Moira?
 

VALERIA BRUNI TEDESCHI Il mio personaggio, Moira, la moglie del cantante Fausto Mieli, ha una malattia grave di cui non abbiamo voluto approfondire le cause o i sintomi, la cosa importante è che nonostante questa malattia impedisca alle persone di parlare, Moira riesca a dire due parole: “bello” e “brutto”. La persona a cui mi sono ispirata, e a cui dedico idealmente il film, è in grado infatti di pronunciare solo due parole, “yes” e “no”.

kmx Il cinema italiano di solito percorre strade più definite, il vostro film invece non segue un genere preciso.
 

EG Sì, per noi non era importante che tutto fosse spiegato, l’ambiguità fa parte del film.

kmx Gianni Morandi, pensa che la sorte del suo personaggio, il fatto di essere costretto lontano dal palcoscenico, possa capitare anche nella realtà?
 

GIANNI MORANDI Credo proprio di sì. Nel film la situazione è esasperata, dato che il protagonista abbandona le scene da cantante per stare vicino alla moglie malata, ma il desiderio di tornale alla ribalta lo renderà cinico e lo porterà quasi ad odiarla. Tuttavia io stesso ho vissuto dieci anni di lontananza dal lavoro, forse non avevo cose interessanti da dire o forse il pubblico si era annoiato, poi mi è capitata un’occasione per cui ho ripreso a cantare, a fare televisione ecc.

kmx  Come è stato lavorare con Mastandrea?
 

ELIO GERMANO Con Valerio ci conosciamo da una vita eppure è stato interessante confrontarsi perché eravamo tutti attori provenienti da generi diversi e da esperienze eterogenee. Non che esista un attore uguale a un altro ma in questo caso in particolare si sono mescolati svariati vissuti professionali.

kmx Il personaggio di Cosimo è quello con più difficoltà a rapportarsi con la vita adulta, in questo senso come vede i giovani che si approcciano al mondo del cinema?
 

EG Gli direi di avere molta molta pazienza e di crederci profondamente…


VALERIO MASTANDREA …Pazienza fino ai 50 anni quando finalmente farà il primo film! Ti ringrazio per l’osservazione su Cosimo, è un personaggio di cui sappiamo molto nel film, abbiamo pensato alla sua biografia come ad una persona bloccata in una sorta di post adolescenza che lo rende particolarmente sensibile. Non che essere sensibili sia un aspetto negativo, però conosco personalmente molte persone così.

kmx Come avete lavorato alla colonna sonora?


EG Le tre canzoni cantate da Gianni Morandi sono state scritte da Cesare Cremonini, mi scuso se nella presentazione non l’ho specificato, ma Cesare non compare nel film, ha scritto i brani! Poi ci sono alcuni pezzi radiofonici americani e la colonna sonora originale è stata scritta da Gabriele Roberto.

kmx Nella nostra società solitamente è la città ad essere vista come il luogo degli affanni e la campagna il rifugio in cui ritrovare la serenità, come mai nel tuo film succede il contrario?
 

EG Mi interessava creare un’atmosfera romanzesca, da fiaba del tipo “C’era una volta in un’estate…”, in questo senso la campagna mi ha aiutato a stilizzare questo concetto. Mi sono ispirato per esempio a Grizzly man di Herzog

SITO UFFICIALE

 

65.mo festival di locarno

Locarno 01 / 11 agosto 2012