VI FESTIVAL  DEL  CINEMA  EUROPEO
05/10:04:2005

lECCE

di Paolo FAZZINI

INTERVISTA a vittorio moroni

 

 

Unico italiano in concorso al Festival del cinema europeo di Lecce (5-10aprile), Vittorio Moroni esordisce nel lungometraggio con Tu devi essere il lupo. Un'opera prima prodotta con l'articolo 8 ma rimasta invisibile per l'impossibilità di ricevere il finanziamento alla distribuzione. Prodotta da Laura Cafiero per Metafilm, la pellicola ha trovato buon riscontro in Francia, nei Festival di Annecy e Villerupt. Ad aprile sarà in concorso ad Ajaccio.

Kinematrix: Come presenteresti la tua opera d' esordio?

MORONi: TU DEVI ESSERE IL LUPO è il mio primo lungometraggio. Ho avuto la fortuna di lavorare con Ignazio Oliva, Valentina Carnelutti, la 15enne Valentina Merizzi (scovata dopo aver incontrato 800 coetanee), Sara D'Amario, Gianluca Gobbi e altri bravi attori che hanno dato le loro sembianze e il loro mondo interiore al mio film. La storia si potrebbe sintetizzare così:Valentina non ha una madre. Quindici anni, desideri, dubbi, domande, la sua vita ruota intorno a Carlo, il padre, giovane tassista con la passione per la fotografia. Hanno un rapporto forte, gioioso ma così esclusivo da non permetterne altri. Ora il loro equilibrio vacilla, Carlo è costretto a fare delle scelte e per Valentina l'istinto di ribellarsi si scontra giorno dopo giorno con la paura di rimanere sola. A Lisbona una donna sembra inaspettatamente pronta ad aprirsi ad una convivenza, all'ipotesi di un figlio, ma quando questa possibilità si fa concreta lei scompare. Un giorno Carlo riceve una sua foto dal Portogallo e da questo momento tutto, tra lui e Vale, sembra poter precipitare. La donna, affacciandosi alla loro vita, chiede di riaprire antiche ferite e rimettere se stessa e il loro fragile mondo radicalmente in discussione.

Kinematrix: Qual è il tema centrale attorno a cui ruota la storia?

MORONi: Da tempo mi interrogavo sulla famiglia e sul concetto di maternità/paternità, mi chiedevo se per essere genitori fosse più decisivo l'aspetto naturale, il dna, o piuttosto la storia in comune con un figlio, l'accudimento, la presenza quotidiana. In momenti diversi della mia vita ho incontrato due donne che avevano abbandonato il proprio figlio... Purtroppo non mi è stato possibile approfondire queste conoscenze, ma spesso mi sono domandato cosa le avesse spinte a compiere questo gesto e come questa scelta avesse influenzato la loro vita. Certi dettagli delle loro storie mi sono stati preziosi per realizzare Tu devi essere il lupo.

Kinematrix: Hai incontrato particolari problemi durante la lavorazione?

MORONi: Decidere di girare un film a basso budget in Valtellina e Portogallo è stata una scelta impegnativa. In Valtellina non ci sono professionalità, noleggiatori, maestranze che appartengano al settore cinematografico, pertanto la trasferta di una troupe di 40 persone per 7 settimane di ripresa ha comportato dei costi importanti e uno sforzo notevole. D'altra parte io ci tenevo moltissimo a girare il mio primo lungometraggio in Valtellina, dove sono nato e cresciuto. Mi rassicurava l'idea di conoscere molto bene alcuni paesaggi, di esserci cresciuto, di sapere come cambiano in certe ore del giorno a seconda della luce e del tempo. Nei mesi precedenti alle riprese con Andrea Caccia, il mio aiuto regista, abbiamo perlustrato tanti luoghi e fatto una selezione accurata delle location, poi con Saverio Guarna, il direttore della fotografia, e Marco Piccarreda, assistente alla regia, abbiamo costruito uno story-board delle inquadrature cercando di immaginare i movimenti di macchina mediante i quali raccontare le azioni dei personaggi. Il tentativo è stato quello di far partecipare i paesaggi, le montagne, la natura aspra della Valtellina alle vicende e al mondo interiore dei personaggi.
Fare un film è un'esperienza che ti cambia talmente tanto che è impossibile poi dire "rifarei tutto così". Si comincia a lavorare alla sceneggiatura e 7 anni dopo si è finito di montare il film. Impossibile, credo, essere pienamente soddisfatti: si è già cambiati, già un passo avanti al film. Inoltre credo che fare un film sia un'esperienza punitiva per il regista e forse anche per il montatore. Lo si manipola e riaggiusta, lo si vede tante di quelle volte che alla fine si finisce per essere anestetizzati. Quando ai festival ho visto persone emozionarsi per TU DEVI ESSERE IL LUPO mi è sembrato strano.

Kinematrix: La tua esperienza di documentarista si è riflessa, in qualche modo, in questo tuo primo film?

MORONi: Inevitabilmente. Per quanto questo film non sia un film di stampo propriamente "documentaristico", il set finisce per riproporre delle dinamiche che si verificano anche girando documentari: tu immagini che una cosa debba essere in un certo modo, ma scopri che quella faccia, quel corpo, il colore di un muro si "oppongono" alla tua volontà e decidono di sottolineare un'altro aspetto. Allora sei chiamato a negoziare i significati, devi essere pronto ad accettare di abbandonare la tua idea o di modificarla un po', perché quello che la realtà ti sta proponendo è più esatto, più forte, più intrigante. In questo senso la disciplina del documentario credo mi sia stata d'aiuto.

Kinematrix: Cosa è successo una volta terminato il film?

MORONi: Per TU DEVI ESSERE IL LUPO, come per altri film italiani, il 2004 è stato un anno difficile. La legge Urbani ha sancito la morte di molti progetti, film, produttori, distributori, creando i presupposti per un ridimensionamento della produzione cinematografica nazionale che sfavorisce i registi meno noti e 'garantiti'. I fondi per finanziare il cinema italiano sono stati prima bloccati, poi ridotti e quelli per la distribuzione polverizzati, condannando di fatto all'invisibilità diversi film, finanziati anche con soldi pubblici. Il clima generale si è fatto davvero cupo.
Le distribuzioni a cui abbiamo sottoposto TU DEVI ESSERE IL LUPO ci hanno tutte detto di apprezzare il film, ma senza un fondo per la distribuzione e con un mercato in frenata (congestionato da una concorrenza straniera molto aggressiva e da un'industria italiana al collasso), non se la sentono di rischiare a distribuire un film italiano. Ci hanno detto: "Sapete, oggi chiedere la distribuzione per un piccolo film italiano è come chiedere la pace nel mondo".
Noi abbiamo ascoltato tutti, ma poi ci siamo detti che per noi questo progetto rappresenta troppo in termini di amore e impegno perché possiamo accontentarci di tenerlo in un cassetto e lamentarci della situazione generale. Così abbiamo deciso di fondare l'associazione culturale MYSELF, come forma di resistenza civile e culturale. Ce lo distribuiamo noi col sostegno della "Pablo" di Gianluca Arcopinto. Abbiamo convinto parenti, amici, persone sensibili alle cause sacrosante di questo Paese sempre più triste a darci una mano: con un sostegno alla Myself a partire da 5 Euro si avrà in cambio un coupon che consentirà di vedere il film a maggio in sala. Cominceremo da 5 città, tra cui Roma, Milano e naturalmente Sondrio e speriamo di essere abbastanza caparbi da riuscire a far sapere che TU DEVI ESSERE IL LUPO esiste e lo si può vedere!

Kinematrix:  Cosa ne pensi dei supporti digitali? Possono aiutare un giovane regista a realizzare le sue prime opere oppure stanno abbassando la qualità dei prodotti realizzati?

MORONi: Non credo che la qualità sia un problema di supporti. Penso però che vi siano dei film che funzionano meglio in pellicola e altri in video. Ma in ogni caso non sarà il digitale a salvare il mondo del cinema. Fare un film è un problema complicato, ma è una volta fatto che cominciano i veri guai.

Lecce, 05/04/2005