IBERAMERICANA 2005
01/05:12:2005

BOLOGNA

di Matteo FERUGLIO


Una terza edizione meno itinerante dello scorso anno, con ancora qualche problema organizzativo, ma che complessivamente può definirsi riuscita. Qualche titolo decisamente di richiamo (LA DIGNIDAD DE LOS NADIES, di Solanas, vincitore tra gli altri del Premio DOC/IT  all'ultima edizione del Festival di Venezia - oppure il documentario SOY CUBA, O MAMUTE SIBERIANO, di Ferraz) ma anche alcune pellicole sostanzialmete inutili, come per esempio il cortometraggio  O NOME DELE/O CLOVIS (IL CLOWN, di Felipe Bragança e Marine Meliande, Brasile, 2004) che francamente risulta incomprensibile. Un peccato per esempio non aver controllato prima della proiezione la copia DVD del commovente O PESSOA è PARA QUE NASCE, di Roberto Berliner, che per ben due volte si è bloccata durante la visione, obbligando così gli organizzatori a proiettare la copia in pellicola (decisamente superiore come qualità!) priva però dei sottotitoli inglesi, e quindi incomprensibile a chi, come il sottoscritto, non comprende il portoghese. Un peccato perché il documentario di Berliner racconta la vicenda di tre sorelle cieche, Conceição, Regina e Maria Barbosa, che vivono a Campina Grande cantando e suonando la ganzà e che diventano poi famose grazie alla stessa pellicola di Roberto - che le filma dal 1997, inizialmente in occasione di un documentario per la tv brasiliana TV ZERO - fino a suonare con Gilberto Gil e ad ottenere, nel 2004, un riconoscimento concreto alla loro carriera. Una sorpresa invece scoprire che anche il cinema brasilero ha il suo L'ANNO SCORSO A MARIENBAD (L'annee Derniere a Marienbad, di A. Resnais, 1961): si tratta di O DESAFIO, di Paulo César Saraceni, 1965, che vi giuro fa sembrare la pellicola di Resnais un rapido cortometraggio. Decisamente originale, e sconvolgente quando poi scopriamo cosa sia l'Isola dei Fiori, il cortometraggio ILHA DAS FLORES (id., di Jorge Furtado, Brasile, 1989, 13'): tutto il corto si basa sull'assunto che "l'uomo è un animale pensante" e "ha il pollice opponibile". Ma l'ironica rappresentazione dell'uomo giapponese che coltiva i pomodori da vendere al mercato alla donna brasiliana, che prepara il sugo per la sua famiglia di "animali dal pollice opponibile e pensanti", scartando il pomodoro troppo maturo che verrà portato alla discarica, finisce con lo scontrarsi con la realtà terribile dei derelitti che in quella discarica vivono, e che possono scegliere quel pomodoro scartato solo dopo che i porci hanno finito di mangiare, in quella stessa discarica.

 

O PESSOA è PARA QUE NASCE di R. Berliner

 

Bologna, 08:12:2005