Una terza edizione meno itinerante dello scorso anno, con ancora qualche
problema organizzativo, ma che complessivamente può definirsi riuscita.
Qualche titolo decisamente di richiamo (LA DIGNIDAD DE LOS NADIES, di
Solanas, vincitore tra gli altri del Premio DOC/IT all'ultima edizione
del Festival di Venezia - oppure il documentario SOY CUBA, O MAMUTE
SIBERIANO, di Ferraz) ma anche alcune pellicole sostanzialmete inutili, come
per esempio il cortometraggio O NOME DELE/O CLOVIS (IL CLOWN, di Felipe
Bragança e Marine Meliande, Brasile, 2004) che francamente risulta incomprensibile.
Un peccato per esempio non aver controllato prima della proiezione la copia DVD del commovente O PESSOA è PARA
QUE NASCE, di Roberto Berliner, che per ben due volte si è bloccata
durante la visione, obbligando così gli organizzatori a proiettare la copia
in pellicola (decisamente superiore come qualità!) priva però dei
sottotitoli inglesi, e quindi incomprensibile a chi, come il sottoscritto,
non comprende il portoghese. Un peccato perché il documentario di Berliner
racconta la vicenda di tre sorelle cieche, Conceição, Regina e Maria
Barbosa, che vivono a Campina Grande cantando e suonando la ganzà e che
diventano poi famose grazie alla stessa pellicola di Roberto - che le filma
dal 1997, inizialmente in occasione di un documentario per la tv brasiliana
TV ZERO - fino a suonare con Gilberto Gil e ad ottenere, nel 2004, un
riconoscimento concreto alla loro carriera. Una sorpresa invece scoprire che
anche il cinema brasilero ha il suo L'ANNO SCORSO A MARIENBAD (L'annee
Derniere a Marienbad, di A.
Resnais, 1961): si tratta di
O DESAFIO, di Paulo César Saraceni, 1965, che vi giuro fa sembrare la
pellicola di Resnais un rapido cortometraggio. Decisamente originale, e
sconvolgente quando poi scopriamo cosa sia l'Isola dei Fiori, il cortometraggio ILHA DAS FLORES
(id., di Jorge Furtado, Brasile, 1989, 13'): tutto il corto si basa
sull'assunto che "l'uomo è un animale pensante" e "ha il pollice
opponibile". Ma l'ironica rappresentazione dell'uomo giapponese che coltiva
i pomodori da vendere al mercato alla donna brasiliana, che prepara il sugo
per la sua famiglia di "animali dal pollice opponibile e pensanti",
scartando il pomodoro troppo maturo che verrà portato alla
discarica, finisce con lo scontrarsi con la realtà terribile dei derelitti
che in quella discarica vivono, e che possono scegliere quel pomodoro
scartato solo dopo che i porci hanno finito di mangiare, in quella stessa
discarica.

O PESSOA è PARA QUE NASCE
di R. Berliner
Bologna, 08:12:2005
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