TEATRO FONDAMENTA NUOVE 2011 PRESENTA...

AVANT/POST
STAGIONE 2011

 

file : under : music

sex mob

Steven Bernstein (slide trumpet)
Briggan Krauss (sax alto)
Tony Scherr (contrabbasso)
Kenny Wollesen (batteria)

 

Venezia, Fondamenta Nuove, 17 novembre2011
 

 

di Gabriele FRANCIONI

 

30/30

 

Collegamenti:

- Teatro Fondamenta Nuove

- SEX MOB

Serata in puro stile Knitting Factory, ancora una volta, a Teatro Fondamenta Nuove e profumi zorniani di Tzadik (Records), ma anche sentori di un passato che evoca qualcosa di potente e mai dimenticato: Lounge Lizards, mark 2 o 1 non importa. Come sempre, quindi, l’inimitabile e intelligentissimo mix jewish di ambiti apparentemente impossibili da coniugare: jazz, rock, blues e musiche da film - Willner, ma anche Patton, docent - centrifugati con la follia interpretativa di chi ha sempre tutto sotto controllo: i SEX MOB di Steven Bernstein, arrangiatore/compositore, maestro di trompette à coulisse, autore di colonne sonore, tra cui Kansas City o Get Shorty, e tanto altro.

Punk-jazz in 4/4?  All’inizio sembra che i tempi dispari non esistano e vaghiamo in una landa cadenzata dove i temi bondiani di John Barry vengono spenti dopo un breve accenno dinamico e portati in territori assolutamente loungelizardiani, senza peraltro l’elettricità sghemba di Arto: un riuscito crossover di atmosfere NO NEW YORK e Masada. Iconoclasti e ironici, i S.M. sono capaci di mettere in fila con nonchalance John Barry, Duke Ellington, Nino Rota e Kurt Weill, passati però al vaglio di una rilettura crudelmente raffinata e decostruttiva, che isola i temi - altisonanti o popolari - e li dispone su uno sfondo d’improvvisazione apparentemente svagata, in realtà piena di sapienza strumentale e passione. Bernstein è il direttore d’orchestra della minimal ensemble, zappiano nell’autoironica distruzione della figura del “maestro di musica” (il refrain dello spartito mostrato ai fellow musicians), ma attento ai dettagli, alle entrate perfette, alla durata dei solos, all’umore del pubblico (“Uk is ok if you like beer; U.S. are ok if you love…beer, but we love Italy at the most”). Il legame dei jazzisti americani con il nostro paese è sempre stato saldo e qui si traduce anche nell’omaggio a Nino Rota, mentre Bernstein ha in programma un cd insieme a Paolo Fresu. La struttura dei brani, che lascia l’improvvisazione in coda, vede l’incipit quasi sempre lasciato al basso con cassa armonica di Tony Scherr, molto simile al suono del contrabbasso e spesso percosso col plettro (!), per poi strutturarsi attraverso il tema accennato dalla tromba, doppiato ed eventualmente sviluppato dal sax contralto di Briggan Krauss. La linea melodica è sempre smontata come un lego, coi pezzettini ripresi e messi in nuova veste, oppure lasciati lì, isolati. Né tema o linea melodica, quindi, ma semplici gruppetti di note lasciati fluttuare nell’(apparente) vacuum. Le terze parti dei brani, come accennato, sono territorio di libertà sonora, dove la frenesia para-free-jazz dell’alto-sax non dilaga mai, puntualmente frenata da Bernstein, preciso nel definire pieni e vuoti sonori. In questi ultimi s’inserisce talvolta il drumming necessario e mai invadente di Kenny Wollesen. Verso la fine del concerto, in zona Kurt Weill, il gioco, l’improvvisazione e la tecnica del virtuoso ha la meglio sull’orchestrazione e l’arrangiamento: ma è giusto così e noi apprezziamo.

 

Postilla.

Il suono viene da lontano: “Sex Mob does Bond” (musiche di Barry, 2001) e “Theatre & Dance” (rifacimenti di Ellington, 2000) contano due lustri e “September Songs” (Weill, ovviamente, del 2009) arriva solo alla fine, ma questa è musica senza tempo, perché scardina la retorica delle mode e porta in un territorio d’ineffabilità critica sia l’originale, ovviamente molto più antico, sia le cover. E poi l’era del “supporto” (vinilico, digitale) è finita e i nuovi lavori devono essere performati più che registrati. Torniamo indietro di un secolo, forse, a causa della cosiddetta pirateria internettiana, ma questo ha il merito incredibile di riportare tutti i musicisti sempre on the road e in tour. Il disco con musiche di Nino Rota, ad esempio - se ne parlava nel 2010 - ancora non è uscito, ma noi ascoltiamo già gli arrangiamenti bernsteiniani nella perfetta cornice di Fondamenta Nuove, che draga novità in giro per il mondo e ce le propone a pochi metri da casa.

TEATRO FONDAMENTA NUOVE 2011 PRESENTA...
AVANT/POST, STAGIONE 2011
 

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Venezia, Fondamenta Nuove, 17 novembre 2011