river to river
XII edizione
Firenze, 07 / 13
dicembre 2012
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recensioni |

di Massimo Guasti, Manuela
Menici |
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BHARATMATA KI JAI di AAVV
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certo esiste un posto... di
Sara Luraschi
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Everlasting Light di Ram Madhvani
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Long live Bharatmata
di AAVV
India 2012, 28'
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Massimo Guasti |
27/30 |
L'India è un paese in continua evoluzione.
Un paese che si appresta a diventare una potenza mondiale, ma che è ancora
fortemente legato alle tradizioni. Ad ogni angolo della strada si può
respirare il contrasto tra nuovo che avanza, e vecchio che non se ne va.
Tutto ciò può essere rappresentato da un cinema. Un cinema situato nel cuore
di Mumbai: il Bharatmata.
Il documentario "Bharatmata ki jai", realizzato da un gruppo di registi
emergenti, tende a mettere in evidenza questo contrasto, attraverso la voce
delle persone che vivono ogni giorno il Bharatmata.
Un cinema diverso da tutti, l'unico e l'ultimo a proiettare ancora film in
Marathi, uno dei tanti dialetti parlati a Mumbai. Un dialetto ed un tipo di
cinema sicuramente minori rispetto a Bollywood, ma non per questo da
dimenticare. Un'amore per un genere, che il proprietario del cinema e il suo
custode, portano avanti con grande devozione e attaccamento. Le persone
ricambiano, facendo code lunghissime per assistere alla proiezione. Vengono
da tutta la città e partecipano come se fosse una festa, una tradizione da
rispettare.
Ma il Bharatmata è un vecchio cinema. La novità che avanza non si può
fermare. In questo caso è rappresentata da una compagnia, che vuole
acquistare il terreno su cui sorge il cinema, per poterci costruire una
multisala. Il nuovo contrasta il vecchio. La tradizione lotta per
sopravvivere.
Il documentario è ben realizzato attraverso gli occhi di chi, tutti i
giorni, vive il cinema ed i suoi contrasti. Pone l'accento sul racconto e
sulla storia, fatta di ben 75 anni di proiezioni. Alla fine lascia aperta la
domanda su come andrà a finire. Una domanda a cui, un paese come l'India,
non potrà mai rispondere. |
certo esiste un posto migliore
di Sara Luraschi
Italia 2011, 38'
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Manuela Menici |
27/30 |
Quando parliamo di India, si pensa sempre ad un posto
lontano. Ma la realtà indiana è molto più vicina di quello che crediamo. In
Italia sono numerosi gli emigranti indiani e le comunità diventano sempre
più numerose. A Casazza, in provincia di Bergamo, è presente un pezzo
d'India. La regista italiana Sara Luraschi ci racconta, attraverso gli occhi
della famiglia Joginder, l'integrazione. Non le interessano le divisioni o i
contrasti, solo la voglia e le difficoltà di riuscire a ripartire in una
nuova realtà. Una nuova vita, ma senza rinunciare alla vecchia e alle sue
tradizioni.
Un'integrazione ben visibile nella bimba, che parla un perfetto Italiano con
accento Bergamasco. Un a madre che lavora e un padre che vuol dare una vita
migliore alla propria famiglia. Tutto questo senza rinunciare alla preghiera
e alle feste indiane, che servono a mantenere vivo il legame con la terra
d'origine.
Ci accorgiamo allora, che la famiglia indiana non è poi così diversa da
quella italiana. Nella realtà quotidiana cadono le differenze, i sogni e le
speranze sono i medesimi. Ma tutto si infrange difronte alle difficoltà. Il
lavoro non si trova, arrivare a fine mese è sempre più difficile e per
questa famiglia, diventa difficoltoso anche ottenere un visto per il Canada.
Ma nonostante tutto la voglia di sorridere ed essere felici rimane e ai
parenti in visita dall'India, bisogna far vedere che certo esiste un posto
migliore. |
Everlasting Light
di Ram Madhvani
India 2012, 33'
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Massimo Guasti |
28/30 |
La recitazione è arte. Coloro che la praticano sono artisti.
Nella società Indiana, dove il cinema è una colonna portante della
tradizione, capita che l'arte recitativa assuma toni quasi divini. Non è un
caso quindi che gli attori siano, a volte, considerati al pari di una
divinità. L'attore diventa quindi una figura di riferimento, la persona
capace di realizzare sogni e desideri, attraverso le immagini. Quando si
parla di attore in questo senso, si parla sicuramente di Amitabh Bachchan.
Amitabh Bachchan è un nome che agli occidentali dice poco o niente. Ma a
Bollywood il suo nome è sinonimo di grande attore. La sua fama riesce a
superare quella di un Brad Pitt o di un Tom Cruise. Si perché se a questi
personaggi vengono dedicate prime pagine, ad Amitabh vengono dedicati anche
altari adorativi e la sua vita viene narrata in canti popolari.
Una vita da attore appunto, fatta di numerosi successi, di un periodo buio
nella carriera, della rinascita e della conferma. Una vita da sogno, che
merita di essere celebrata e osannata.
Il documentario del regista Ram Madhvani, non racconta la carriera di un
uomo, ma mette in risalto ciò che l'uomo rappresenta nella cultura popolare.
Un omaggio ben fatto ad un uomo capace di essere una luce per un popolo. Una
luce eterna. |
SITO UFFICIALE |
12.mo river to river
Firenze, 07 / 13
dicembre 2012
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