future film festival 15.ma edizione
Bologna, 12 / 17 aprile 2013
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recensioni |
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Abbiamo visitato il Future Film Festival di Bologna edizione 2013 e alcune perle, fra le tante, abbiamo incontrato. Un ambito di sperimentazione vivido e partecipato, che ci lascia gioire in questo presente imbrunire. (G.Ori) |
> A Liar's Autobiography... di Graham A.Chapman
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Approved for Adoption
di L.Boileau, J.Henin > Gyo: Tokyo Fish Attack di Takayuki Hirao > The Lords of Salem di Rob Zombie > Yugo & Lala di Yunfei Wang |
Approved for Adoption
Film in Competizione |
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26/30 |
Storia autobiografica tratta dall’omonima graphic novel dello stesso Jung e codiretto insieme al documentarista Boileau. Il protagonista compie un viaggio di riconciliazione con le proprie radici: lui è uno dei 200.000 coreani adottati sparsi nel mondo. Trascorsa l’adolescenza con la neo famiglia belga, ritorna a Seoul, dove 37 anni prima, era stato soccorso bambino vagabondante tra la folla. La memoria è la vera star della vicenda, dato che essa si espande in mille rivoli di pensieri e racconti, con tecniche espressive miste: immagini fotografiche, film e disegni. Essi concorrono insieme a restituire il senso labirintico e creativo che c’è nel riorganizzare il ricordo in forma di identità. L’intercalarsi di attaccamenti e perdite, di felicità e angoscia, l’evoluzione della personalità ed i riti di passaggio, generano un codice linguistico ricco e suggestivo. Il divenire della memoria trasforma il proprio riaffiorare in linguaggio specifico, come in un logaritmo a ritroso. Il progetto di crescita del protagonista si trasmuta in sostanza espressiva, forgiandola con l’intensità di un desiderio di riconciliazione. |
Gyo: Tokyo Fish Attack Giappone 2012, 70'
Follie notturne |
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15/30 |
Tratto da "Gyo" (pesce, in giapponese) del noto autore
di manga horror Junji Ito , il lungometraggio diretto e sceneggiato dal
poliedrico Takayuki Hirao (più volte dietro la macchina da presa per
Death Note, Paranoia Agent, Kurozuma)
racconta la bizzarra e rocambolesca avventura di tre studentesse iniziata
come una vacanza pre laurea. |
Yugo & Lala
Film fuori concorso |
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29/30 |
Bellissima storia dedicata ai bambini. La balena-nuvola
trasporta i due protagonisti, in un primo tempo alieni tra di loro ma in
seguito alleati per la vita, verso il mondo oltre le nuvole, dove risiede la
terra di Lala. Yugo, bimba vivace e combattiva, Lala, animaletto ibrido fra
leone e tigre. Due mondi tra loro inacessibili, ma che riflettono alcune
somiglianze. Il mondo di Lala è verde e paradisiaco, abitato da animali
antropomorfi e minacciato da personaggi accentratori assetati di potere.
Prendono la scena duelli e battaglie, alleanze e aiutanti, fino alla
vittoria conclusiva. Ma è l’amicizia il grande operatore narrativo della
storia: essa è il dispositivo modale, la grande posta in gioco dal valore
incommensurabile. La diversità come occasione di incontro ed esplorazione di
anime intense e differenti. “Lala, saremo buoni amici per sempre!”,
la chiusa tocca anche gli spettatori più maturi. |
A Liar's Autobiography: The
Untrue Story
Film in Competizione |
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26/30 |
Graham Champman, chi era costui? Tutti gli amanti dei Monty
Python’s sicuramente lo ricorderanno. Il ragazzo dai capelli biondi, con il
nasone e la sua immancabile pipa. Uno dei primi personaggi pubblici inglesi
a dichiarare apertamente la sua omosessualità e a presentare il suo compagno
David Sherlock in pubblico diventando sostenitore dei diritti gay. Da
studente di medicina a comico, fu un genio creativo di molti episodi dei
Monty Python’s, collaborò con loro come attore in numerosi film e nella
serie tv “Flying Circus”, ebbe problemi di alcolismo e morì prematuramente
nel 1989. |
consuming spirits
Film in Competizione |
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28/30 |
Sul piano tematico il film narra l’intreccio delle vite di tre personaggi: Early Gray, speaker radiofonico della notte, Gentian Vaiolet, badante della madre affetta da Alzheimer, e Victor Blue, il suo spasimante. Una sera Gentian investe una suora, scatenando così una serie di accadimenti che portano alla luce i trascorsi fra i protagonisti: disfunzioni familiari, affidamenti, alcolismo, relazioni segrete, felicità smarrite e ricongiunzioni. La narrazione si articola attraverso la messa in azione di un’ampia combinazione di sostanze espressive, nelle quali voce e musica prendono grande rilievo, e di costrutti sintattici espressivi, dove disegni e collages si alternano punteggiati da cromatismi e b/n. La gestione dei codici linguistici è di segno sperimentale, ma di ottima forgia. Il contenuto di senso non si limita alle vicende raccontate, perché il significato scaturisce come acqua dalla fonte, senza sosta: ogni macchia che scorre sullo schermo è foriera di azione, oggetto esperto di trasformazioni narrative. I personaggi disegnati a mano su lastre di vetro e assemblati con aghi e spilli, collage di ritagli, bozzetti a matita e materiale fotografico interagiscono fluidamente. Come tableau vivant la drammaturgia palpita densa in una filigrana di sostanze espressive eterogenee, scivolando lesta, addensata nel tempo del racconto. Disegni vociferanti che le intonazioni tridimensionali della lingua originale amplificano e risuonano con magistrale abilità. Dopo 15 anni di produzione totalmente indipendente, Christopher Sullivan raggiunge le sponde del capolavoro, entusiasma e al FFF di Bologna riceve la menzione speciale della giuria. |
di Rob Zombie
Film fuori concorso |
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27/30 |
Chiude il Festival questa opera dal tono irrisorio e post punk, filone horror. Il climax si concede a bolle estetizzanti: le scene visionare e le iconografie demoniache di corpi vecchi e deformi ricordano le pitture maculate di Francis Bacon, con le membra liquefatte dalla luce; oppure i quadri di Dalì così zeppi di anamorfosi iconoclaste e simboliche. Naturalmente anche la colonna sonora non rinuncia alle assonanze del post punk, metal elettro-dark. Un sapore da neo “Arsenico e vecchi merletti”, una colazione evocata per un sabba da rifondare. Accende il via il diabolus in musica celato nel vinile recapitato come regalo ad Heidi, la deejay di una famosa radio locale di Salem, Massachussets, meglio conosciuta come la città delle streghe. La trasformazione prende corpo e con essa le apparizioni, flashback di un violento, terrificante passato. Le streghe son tornate: donne dai corpi flaccidi appesi alle aureole di pareti ammuffite, una blasfemia epidermica, che si diffonde come male-dizione. La vendetta si manifesta inesorabile fino a compiersi nel grande concerto. Ed infine sulla scena di chiusura Heidi-Beata campeggia rigida, in posa adorante e senza più occhi, sull’ammasso di corpi crudi sacrificati. Il nuovo horror di Rob Zombie, è tra l’altro interpretato magistralmente dalla moglie Sheri Moon Zombie. Honi soit qui mal y pense! Lo spettatore trema. |
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15/30 |
Presentato alla quindicesima edizione del Future Film
Festival di Bologna Lord of Salem
di Rob Zombie delude il pubblico. Dopo anni di rumor, immagini, trailer e
notizie sul film il pubblico, che conosceva i lavori precedenti del
cantante/regista, era in trepida attesa della pellicola tratta dal videoclip
dell’omonima canzone. |
15.future film festival Bologna, 12 / 17 aprile 2013
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