far east film festival

14.ma edizione

Udine, 20 / 28 aprile 2012

 

in questa edizione

di Alessandra Altomare

Il Far East Film Festival alla sua 14° edizione offre numerose opportunità di avvicinarsi all'Oriente, non solo attraverso gli svariati film in programma, alcuni dei quali in anteprima mondiale, ma anche attraverso mostre ed eventi collaterali.

 

 

Durante l'inaugurazione del 20 Aprile (FEFF), il pubblico riunito nel Teatro Nuovo Giovanni da Udine è stato intrattenuto da una dimostrazione di arte circense cinese, dove dieci artisti si sono esibiti in costume tradizionale nella tipica "Danza del Drago" (danza del drago), animale mitico di buon auspicio per l'anno nuovo. In una coreografia dai ritmi coinvolgenti, il colorato drago sembrava prender vita muovendosi sinuoso nella sala all'inseguimento di una sfera dorata mossa da uno dei ballerini.

 

 

Dopo un'ultriore esibizione di danza sulle note di sunny dei Boney M., il regista coreano Kang Hyung-Chul presenta, all'interno del teatro che registra il tutto esaurito, il proprio film dall'omonimo titolo (sunny), storia di un'amicizia adolescenziale rivissuta a distanza di 25 anni dalle protagoniste.

 

 

A seguire il film giapponese Hard Romanticker (hard romantiker), un'autobiografia del regista nippo-coreano Gu Su-Yeon sulle proprie esperienze giovanili di droga e violenza.

 

 

Lasciando la sala di proiezione e muovendosi tra le vie della città, tappezzate da foto di modelle in cosplay (poster), si scoprono diverse occasioni di conoscere meglio l'Oriente.

 

 

In un'area compresa tra via Mercatovecchio e piazza Matteotti è stato allestito il "Feff Market" (bancarella e bancarelle)dove numerose bancarelle, nonostante la pioggia che ha causato non pochi problemi allo staff organizzativo, mettevano in mostra prodotti oltre che di origine esotica, anche di provenienza friulana o realizzati da associazioni giovanili.

In programma per le strade e le corti poi dimostrazioni di arti marziali, lezioni di cucina nipponica e filippina, incontri sull'arte dell'origami, dell'ikebana e dell'haiku. Al 3° piano di un palazzo in via Mercatovecchio si possono ammirare creazioni artigianali "Made in Italy", ma di chiara ispirazione giapponese. Gioia Danielis (vestito e vestiti) nella creazione dei propri abiti utilizza la tecnica mista del NUNO, che prevede l'accostamento di stoffe prezione quali la seta a materiali più grezzi come la lana o il feltro (abiti visibili sul sito www.gioiadanielis.it); Carmen Marchese (stanza e accessori) invece mette in mostra accessori artigianali con ricami e intagli di ispirazione nipponica.

 

 

 

Rossella Meroi mette a diposizione del pubblico la propria esperienza nell'arte del KOBIDO, il massaggio giapponese del viso. In questa piccola stanza espositiva vediamo realizzarsi appieno lo spirito di unione alla base del Far East, proprio come ha dichiarato la madrina dell'evento Sabrina Baraccetti nel suo discorso d'apertura: "Se questo festival non fosse riuscito a creare un ponte tra oriente e occidente, se non fosse riuscito ad aprire questa città a culture diverse, se non fosse riuscito insomma a creare cultura per la nostra città, per questa regione e per il paese, allora avrebbe fallito.".

 

 

Allestita alla Galleria Tina Modotti (ex Mercato del Pesce) è possibile ammirare in anteprima europea la mostra fotografica "BEIJIN FLICKERS". Il progetto artistico che da il nome all'esposizione si articola in tre parti: oltre alla mostra fotografica e multimediale (realizzata con il metodo del "cast calling" tramite Twitter), è prevista la realizzazione di un libro e di un film. Il regista Zhang Yuan (vincitore del Gran Premio della Giuria alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1999 con il film "Diciassette anni") a capo del progetto spiega che l'idea di Beijin Flickers nasce da un film che girò vent'anni prima, Beijin Bastards, un'opera autobiografica sulle esigenze giovanili pechinesi dell'epoca: "Vent'anni dopo, finito il tempo della mia generazione, cosa fanno i giovani nati negli anni '80, in questa enorme metropoli, come hanno intenzione di affrontare la vita?". Attraverso questi scatti fotografici e le video-interviste che li accompagnano, il regista cerca di capire meglio la società che lo circonda, soffermandosi sulle difficoltà di 300 giovani che si guadagnano faticosamente da vivere.

 

 

Non ultimo, all'interno di locali di tendenza del centro storico udinese sono esposte le opere di due rinomati fotografi del mondo del cosplay, Demis Albertacci e Paolo Cellammare, che nei loro scatti sembrano essere alla ricerca del volto nascosto dietro sgargianti costumi. "Cosplay in mostra", così è intitolata la gallery fotografica che ritrae i maggiori esponenti italiani del fenomeno prettamente nipponico, promuove la visione del fenomeno "cosplay" non come semplice passatempo ludico di appassionati di manga e videogiochi, ma come mezzo espressivo di una nuova forma d'arte. 

Paolo Cellammare ammette in un'intervista di essersi avvicinato alla fotografia attraverso il cosplay, credendo fosse un modo per migliorare le proprie capacità di regista, vera passione del giovane fotografo. La collaborazione con la nota cosplayer Francesca Dani gli ha spalancato le porte per un universo del quale è rimasto affascinato e nel quale ricerca il proprio "wow effect", quel qualcosa che stupisca l'osservatore alla prima occhiata.

Demis Albertacci invece ha trovato nel cosplay un nuovo modo di vedere la fotografia, un mezzo per esplorare le sfumature del trasformismo nascoste dietro un modello che interpreta un personaggio, come l'attore interpreta un ruolo teatrale.

Entrambi hanno portato i propri scatti al di fuori dell'Italia in mostre itineranti che dimostrano la bravura e l'altissimo livello dei nostri cosplayer, oltre che aprire la strada a questa nuova forma d'arte nel mondo.

 

SITO UFFICIALE

 

14. far east film festival

Udine, 20 / 28 aprile 2012