di Paolo FAZZINI

Interviste dall’altrove
Incontro con Luis Bunuel


Stavo rientrando a Roma, in treno, quando il buio di una galleria spezzò la concentrazione che mi legava ad una lettura appassionata. Ricordavo di essere solo, nello scompartimento, ma non appena la luce riprese il possesso del vagone, mi ritrovai improvvisamente seduto di fronte Luis Bunũel. L’estasi di quella visione rubò un buon quarto d’ora dei miei pensieri ma, non appena ripresa conoscenza, avanzai un timido saluto al maestro del surrealismo cinematografico.
“Mi fa un favore?” mi sorprese, anticipando ogni mia congettura.
“Certo!” risposi d’istinto, un po’ interdetto “Cosa devo fare?”
“Anch’io scendo a Roma, e lei dovrebbe ricordarmi che non devo dimenticare il mio bagaglio. Vede…ho la fobia che mi scappi!”
“Per andare dove?” azzardai.
“È colpa di un sogno che avrò fatto almeno un centinaio di volte: sono su un treno, e i bagagli sono al mio fianco. All’improvviso il convoglio si ferma ad una stazione, così penso di sgranchire un po’ le gambe e prendere qualcosa da bere. Ripeto che molte volte mi sono trovato in questo sogno e so che appena sceso sulla banchina il treno ripartirà all’istante. Allora, con prudenza, mi muovo lentamente, poggiando un solo piede sul cemento, guardando a destra e a sinistra, in modo falsamente disinvolto. Intorno a me altri viaggiatori scendono tranquillamente, e così mi convinco e tiro giù anche l'altro piede ma, non appena sceso, di colpo, come un proiettile, il treno se ne sta già andando con tutti i miei bagagli!”
“Davvero incredibile! Ma mi dica un po’: ha mai pensato di produrre un suo film con i soldi che ha vinto al lotto? Voglio dire…con tutti questi sogni chissà quanti numeri avrà da giocare?!” chiesi incuriosito.
“Ma lei sta scherzando! Non ho mai osato giocare un solo numero! Un gentiluomo non si permetterebbe mai di sciupare la raffinatezza di un sogno per la venialità del denaro!” sentenziò.
“Perché? Che c’è di male?” ribadii.
A quel punto si alzò di scatto e, assalito da una strana ansia, mi bisbigliò sgranando gli occhi:
“Non ho il tempo di spiegarglielo…ora!”
Il vagone ripiombò nel buio di una galleria e, mentre pensavo a cosa si stesse riferendo, il ritorno della luce mi riservò una spiacevole sorpresa: ero nuovamente solo e lui era scomparso.
L’accaduto, nell’immediato, mi lasciò perplesso e con diversi interrogativi nella mente. Pensai che il numero 23 si addicesse bene al treno, l’8 al bagaglio, il 44 alla stazione ed il 38 alla galleria. Ma quale numero associare alla figura di Luis Bunuel completando così una combinazione che mi permetta di riscuotere una cospicua cinquina alla prossima estrazione? E soprattutto, essere o non essere un gentiluomo? Questo è il problema!

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