23.MO EUROPACINEMA
24/04/2006

CONFERENZE STAMPA

 

Mother of mine

presenti gli sceneggiatori Jimmi Karlson e Kirsi Vikman

di Silvio PIOLI


Come vi è venuta in l’idea per la storia (i due sono marito e moglie, n.d.r.)?


Karlson: Il film è liberamente ispirato ad un racconto di un autore finlandese su di un uomo che solo dopo il funerale della madre capisce le ragioni che avevano mosso le sue scelte e si riconcilia quindi col ricordo di lei. Nel film invece la madre è ancora viva e quindi il tema della riconciliazione è modificato cercando di mettere più in luce e in maniera chiara la difficoltà delle decisione che si fanno in guerra. Nel romanzo inoltre il personaggio del padre è ancora in vita, ma noi abbiamo preferito concentrarci sul rapporto madre-figlio e così lo abbiamo escluso anche perché il titolo originale è The best of mother, la migliore delle madri e ci è sembrato più opportuno sviluppare la storia in questo senso.

Cosa potete dirci sul personaggio di Eero, il protagonista?

Vikman: Si, vive in una sorta di isolamento dalla realtà, non si rende conto di ciò che davvero sta accadendo. Questa è una realtà storica, molti dei ragazzi che vissero questa vicenda davvero non sapevano le reali ragioni del loro trasferimento, o comunque erano troppo piccoli per capire. Eero oltre a vivere il momento storico del conflitto vive anche una guerra interiore e le stesse madri sono divise da una rivalità profonda che le mette sullo stesso piano.

Karlson: Inoltre è un personaggio che vive anche un senso di colpa, si sente complice della vicenda, almeno fino al risolutivo finale. Tutta la storia ruota infatti attorno ai suoi gesti emblematici che poi gli cambieranno la vita fino alla risoluzione del mistero. Nel momento in cui la verità viene a galla viene liberato quell’amore per anni soffocato, un elemento che è stato aggiunto da noi visto che nel racconto originale non era presente.

Quanto ci avete messo a scrivere questa sceneggiatura?

Karlson: ci sono voluti anni per scrivere la sceneggiatura e molto ci siamo soffermati su Eero, una sfida molto stimolante. Abbiamo dovuto stendere cinque diverse versioni prima di accorgerci che solo con i ricordi ed i flashback potevamo dare quella profondità alla storia che volevamo rappresentare.

La scelta del bianco e nero per il le scene ambientate ai giorni nostri è stata una vostra scelta?

Karlson: No è stata una scelta del regista e del direttore della fotografia Jarkko T.Laine. Questi due tempi che vengono alternati, il giorno d’oggi quello dell’infanzia di Eero è stata così rappresentata per sottolineare che la morte è soprattutto quella interna ad Eero, che per anni non ha vissuto in pace con la sua storia. La madre invece vestita con questo rosso sgargiante ha modo di godersi appieno la propria vita. E’ stata una scelta non nostra, ma che comunque appoggiamo. Oltretutto molte scene che riguardano il protagonista ai giorni d’oggi sono state sacrificate per avere più spazio per il passato e credo che la scelta sia stata felice.

Molto bella è la fotografia del film, nella sceneggiatura avevate già pensato quest’aspetto in fase di scrittura?

Vikman: Si, e la regia di Haro fatta di molti campi lunghi e carrellate paesaggistiche ha colto in pieno questa peculiarità. I colori sono vivi e la scelta di cui parlavamo prima del bianco e nero alternato ai colori, è stata fatta in funzione di questo aspetto. La presenza di colori vivi come verde, blu e giallo avrebbero perso tanto se non fossero stati ripresi in tal modo.

La scelta del flashback è vostra oppure già c’era nel racconto originale?

Karlson: (ridendo) Dovete chiedere a mia moglie visto che io il racconto non l’ho letto e per scrivere questa sceneggiatura sono partito da quel che lei mi ha detto e da una vecchia sceneggiatura scritta anni prima da altri e che non fu considerata buona.

Vikman: Abbiamo completamente rivisto la vicenda anche se già lì c’era il discorso sui due binari temporali, fatta però in altro modo. Diciamo che è stata una scelta nostra.

Come avete preso la buona accoglienza che ha avuto il film in sala?

Vikman: Noi siamo orgogliosi di quello che abbiamo fatto, speriamo che il film venga distribuito il più possibile in Europa, a partire dall’Italia. Del successo vedremo….

Viareggio, 24:04:2006