ANALISI ESTESA DEL FILM

LE TARDONE
di Marino Girolami
Italia 1964
Con Walter Chiari, Raimondo Vianello

di Alessandro ANSELMI

Un film ad episodi per immergersi nelle atmosfere nostalgiche e rassicuranti della cinematografia italiana in bianco e nero degli anni sessanta. L’intero prodotto è dedicato ad una precisa categorie di donne, le "tardone", ovvero quelle signore di mezz’età che come cita la didascalia all’inizio del film non si arrendono all’avanzare degli anni e non accettano lo sfuggire della loro giovinezza. E conducono testardamente la loro battaglia usando qualsiasi mezzo. Così nel gradevole collage di storie incontriamo una non più giovane vedova dall’aria smarrita che pur di frequentare un gruppo di gioviali ragazzi si fa usare come bersaglio per i loro scherzi, e quando - anche se ancora per scherzo - arriva l’amore sceglie comunque di godersi l’illusione.

Poi è la volta della classica storia in cui il marito vuole sbarazzarsi della grassa e noiosa moglie, possidente però di un patrimonio non indifferente. Ma sarà l’uomo a pagare per l’inefficienza dei due sicari assoldati per uccidere la donna. In “40 ma non li dimostra” un’attrice che deve recitare in un film la parte di una ragazzina si fa truccare per sembrare molto più giovane di quel che è, e scopre che il trucco funziona anche fuori dal set. In “Canto Flamenco” l’attempata proprietaria di un locale e la giovane cantante si litigano l’introverso e piacente pianista.

Nell’ultimo episodio assistiamo ad una serie di gags claustrofobiche tra i diversi amanti rinchiusi tutti dentro l’armadio di una donna poco fedele.

LE TARDONE
di Marino Girolami