ANALISI ESTESA DEL FILM
SŌSHUN
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Ozu, l’eterna primavera di un Maestro La “RaroVideo” ripubblica alcuni capolavori di Ozu di cui abbiamo potuto fruire l’opera anche recentemente, grazie alla retrospettiva messa in onda dai Tipi di “Fuoriorario”. Quello di Ozu è un cinema intriso di violento pudore, immagine purissima ed accecante che tutto sussume ma che in tutto si ritrae iscrivendosi nella superficie appena increspata di un dialogo o di un interno. L’ossimoro vacillante che ne coniuga la perfezione formale alla capacità di dire tutto in un’ellissi ed in una “rifrazione”: è un gesto, un silenzio, il lieve contrapporsi solenne delle inquadrature, con ritmi sommessi e potentissimi. Inizio di Primavera rappresenta il tentativo di Ozu e della sua casa di produzione, la Shōchiku, di riadattare gli stilemi codificati dai generi del sararīmen eiga (film sugli impiegati) e dello shomingeki (film sulla piccola borghesia, e suoi drammi familiari in questo contesto) alle effervescenze culturali della seconda metà degli anni ’50. Il
film scorre su binari paralleli: da un lato possiede il carattere analitico
dell’esposizione, e si analizzata la vita dei pendolari a partire dalla loro
quotidianeità: il risveglio per andare al lavoro, i treni affollati, la
pausa pranzo, le aspirazioni di carriera, i problemi economici, gli svaghi
innocenti per sfuggire all’aridità schiacciante, il cameratismo e le
ripercussioni nell’orizzonte sociale delle aspettative di vita; dall’altro
raccoglie con la consueta e sconcertante lucidità del regista una
speculazione che attraversa alcuni momenti di pura rivelazione psicologica
dei personaggi, trascendendone l’armatura del canone melodrammatico per
addivenire ad una sorta di rivelazione universale: la morte dell’impiegato
ammalato ai polmoni, che si spegne nella dolente nostalgia del lavoro, si
eleva a riflessione sull’impermanenza delle ambizioni umane, sullo scorrere
del tempo e sulla preziosità dei ricordi; la degradazione del rapporto
coniugale tra Masako e Shoji viene registrata con precisione chirurgica,
alludendo ad un passato, la morte del figlio, che ha impresso in quelle vite
una cicatrice profonda; lo svolgersi del tenero amore di “Pesce Rosso” che è
forse sì, ma in un altro livello, proprio quella “primavera precoce” del
titolo, s’infrange contro la stolida inerzia di Shoji. In
Inizio di Primavera si parla
anche del rapporto generazionale, ed Ozu riesce anche a toccare l’argomento
scottante della fallimentare guerra contro la Cina, nelle memorabili
sequenze dedicate alla riunione degli ex-commiltoni. Il DVD della “Raro”
gode di un buon apparato critico ed extra-testuale, presentando
un’interessante collezione di opinioni e riflessioni su Ozu compilata da
alcuni registi. |
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